L’antico eremo della Madonna del Cauto giaceva silenzioso nel
cuore del bosco, la bellezza della sua costruzione, con romitorio e chiesaincastonati nella roccia, si aprivano ai nostri occhi come un dono. Avevamo la
consapevolezza di essere dentro un luogo spirituale,frequentato in passato da
monaci, eremiti ed asceti, alla ricerca delle voci del silenzio dove la
solitudine lasciava parlare l’anima.La sacralità era percepibile ancora oggi,
nei gradini intagliati nella roccia, dentro gli anfratti dei ripari rocciosi,
nell’arco a tutto sestoche manteneva armoniosa la sua geometria, nella piccola
abside ancora affrescata con scene di vita di Santa Caterina d’Alessandria.Un
rintocco di campana segnava il nostro passaggio, la facevamo suonare ascoltando
il protrarsi delle vibrazioni, che quasi subitosi abbandonavano nel suono del
vento penetrato tra i rami. Poco distante la piccola grotta del Pertuso delineava
un’altra area sacra,ancor più essenziale ed importante, tra rocce, vegetazioni
e ombre perenni.
sabato 27 luglio 2024
venerdì 26 luglio 2024
Abisso della Liscia
Tornare nei luoghi del passato, dove la natura rinnovata negli
anni manteneva sempre il volto della giovinezza. Dormire nel bosco, sotto le
stelle, dando voce ai ricordi che tornavano vivi dentro gli stessi scenari.Tutto
si conteneva dentro l’abisso: parole e memorie rimaste ferme, legate alle
persone e alla roccia, nei cunicoli, sui pozzi affianco le lame di pietra. Sul fondo
il tempo si annullava completamente alcospetto delle opere di consolidamento ancora
integre del passato, costruzioni frutto di sogni esplorativi dove il desiderio
di scoprire nuovi ambienti incontaminati faceva da motrice al lavoro
collettivo.Adesso c’erano gli occhi colmi di serenità e ricordi, consapevolezza
e quiete d’esistenze.
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lunedì 22 luglio 2024
Pausa in bici all'Eremo di San Venanzio
Entravamo dentro l’eremo di San Venanzio per la prima volta,
con il privilegio di essere gli unici visitatori. Vi ero stata anche in passato,ma a seguito del terremoto del 2009 non era accessibile all’interno. Scoprivamo
un grande ambiente incastonato sulle strettegole del fiume Aterno, ne
attraversavamo gli ambienti, ognuno raccolto nella sua curiosità e riflessione.
La Scala Santa completamente scavatanella roccia mostrava nella penombra i
suoi gradini lisci, levigati dal passaggio di tantissimi pellegrini che l’avevano
discesa perraggiungere il cuore dell’eremo, una piccola grotta dov’erano
impresse sulla roccia le forme del Santo. Trovavamo un passaggio apertocomunicante, attraversarlo a prescindere da ogni credo era un’esperienza
conciliante con il ventre materno della terra.Riprendevamo in nostro tragitto
in bici dall’Aquila a Sulmona, paghi di questa pausa di quiete immersa nella bellezza
suggestiva dell’ambiente.
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domenica 21 luglio 2024
L'Eremo di San Rocco di Ripa di Fagnano
Sul soffitto di roccia una miriade di stelle nere e rosse
tracciava un sacro firmamento, la bellezza dell’essenziale ci avvolgeva
donandocipace e consapevolezza di un ambiente prezioso ricavato nel ventre
della montagna. Numerose scritte di pellegrini erano incise sull’intonacodella
chiesa, tracce silenziose di un passato che si manifestava. Nomi, date, erano tutti
ricordi lontani. Una serie di chiodi sosteneva unacordicella con appesi dei panni
ricamati: erano degli ex-voto, probabili biancherie di corredi su cui giovani
spose avevano cucito parole digratitudine a seguito della grazia ricevuta. Il
piccolo eremo, risalente al XVIII secolo, era situato poco fuori il paese e raggiungibile
tramite unbellissimo sentiero che si affacciava sulla valle sottostante, in
contemplazione di pace e di bellezza.
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Nelle Sorgenti del Vera
Trovavamo sollievo dal caldo di luglio immergendoci nella
bellezza delle sorgenti del Vera, nelle sue acque fredde e limpidissime,il cui
scorrere lento era sempre una visione rilassante. Una fitta rete di rivoli nutriva il fiume,
tra i ruderi di antiche cartiere, valchieree una rameria, un mulino e un
pastifico, tutti ricoperti di edere e di passato, di memorie lontane raccontate
dall’acqua. Soltanto unedificio era stato ripulito dalla vegetazione,
probabilmente a favore di una ristrutturazione poi interrotta, ma dove rovi ed
ederefacevano nuovamente il loro ingresso lasciando alla natura la ripresa dei
suoi spazi.
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sabato 20 luglio 2024
Monte Calvo verso sera
Sul far della sera le ombre inondavano le vallate
sottostanti la cima, e i piccoli rilievi intorno apparivano come isole
galleggianti sopra unmare di chiaroscuri. Era bellissima la tensione cromatica
verso la notte, dove ogni cosa volgeva alla quiete e al riposo, nonostante ilvento sommitale che animava gli equilibri. Una farfalla macaone si teneva ferma
sul fiore di un cardo permettendoci di ammirarla,così incurante di noi e della
nostra presenza, mostrando la sua bellezza temendo probabilmente più il
vento che noi. Altri colori meravigliosici giungevano come un dono da ammirare, oltre quelli del tramonto, un bruco della sfinge dell’euforbia si mostrava tra i filamenti dierba dorata.
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lunedì 8 luglio 2024
Notturna in bici a Campo Imperatore
Tra paesaggi lunari e luoghi dell’altrove, i colori dell’essenziale
si flettevano al tramonto, eravamo in un luogo unico in un momentomagico. Percorrevamo
in bici parte della strada di Campo Imperatore per poi immetterci nel percorso
per Santa Maria del Monte. I Laghidi Barisciano e di Passaneta con le loro
superfici distese allentavano ancora di più le tensioni, con la possibile presenza
dei cani da pastoreche fortunatamente non incontravamo. L’antica grancia
cistercense teneva eretto ancora qualche muro sassoso, la memoria del suo
passatoimportante teneva ancora traccia su queste terre disabitate. I colori
del tramonto alleggerivano le montagne con prospettive aeree, tuttoappariva
più sospeso, delicato e inconsistente prima dell’abisso della notte, che
copriva tutto. Nel Canyon della Valianara il candido fondodella rena dava contrasto al
buio, tra il sottofondo della natura di una notte di mezza estate e una volta
di stelle incantata.
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