giovedì 29 maggio 2014

Campania - La Costiera Amalfitana in moto

La Costiera Amalfitana lasciava scoprire lungo la sua strada una serie di affacci strapiombanti, chi più e chi meno donava lasuggestione di un grande salto sul mare, con davanti un’infinita distesa persa all’orizzonte, e alle spalle la protezione possentedelle montagne. Nonostante il turismo, si caratterizzava ancora della sua natura selvaggia, dove la vertigine poneva il freno allavolontà dell’uomo. I tanti terrazzamenti si riempivano dei fiori e dei frutti degli alberi di limone, nel verde e nel giallo e nell’infinitavarietà di altri colori trovavamo l’estate sul finire della primavera.

domenica 25 maggio 2014

Treno e mountainbike, lungo il corso del fiume Aterno tra le stazioni di Paganica e Molina

Accoglievamo la proposta di un’amica, quella di coniugare un’uscita in mountain bike con il ritorno in treno, seguendo partedel tragitto del fiume Aterno. Andavamo alla ricerca delle strade isolate e delle carrarecce comprese tra le stazioni di Paganica eMolina, che a volte si collegavano tra loro ma che a volte anche si perdevano nel fitto dei campi incolti. I sentieri alberati dei tigli e deipioppi si riempivano della neve dei pollini, attraversavamo direttrici lunghissime immerse nella bellezza dei campi di grano, con ilverde intenso delle spighe impreziosito da gemme colorate di papaveri e fiordalisi. Lungo il corso del fiume l’ombra si animavadi felci, piante e fiori selvatici, un rigoglioso sottobosco ricco di vita perpetrato dal canto degli uccelli. Attraversavamo Stiffe,Campana e la bellezza indiscussa di Beffi, trovando una vegetazione talmente eccedente da impedirci di proseguire oltreil lungofiume, verso la Chiesa di Santa Maria Silvana. Tra ortiche e ranuncoli ammiravamo la bellezza di maggio, con lo scorreredell’acqua che ci accompagnava in sottofondo. Toccavamo gli ultimi paesi proseguendo su strada asfaltata, mentre il cielo sipreparava a dissipare i suoi contrasti elettrici in un violento temporale. La piccola stazione di Molina ci accoglieva desertapoco prima della pioggia, l’emozione di riprendere quel treno dopo tanti anni mi riempiva infinitamente di gioia.

giovedì 22 maggio 2014

Anello in mtb tra Onna e Assergi, lungo i sentieri della Resistenza e della Monticazione

Partivamo da Onna in direzione di Filetto, alla ricerca dei sentieri partigiani della Seconda Guerra Mondiale. Seguivamo unpercorso suggerito tra orti e campi coltivati di grano, ma perdendolo e ritrovandolo più volte a causa di nuove case enuove strade. La gente del posto ci indicava le vie secondarie che un tempo collegavano i paesi, dandoci così la possibilità diconoscere un nuovo percorso per Pescomaggiore. Passavamo vicino alle case di paglia e trovavamo il ristoro grazie ai fontanilisia dentro che fuori il paese, come Fonte la Conserva e Fonte Onega, mentre mano a mano si apriva la vista su Filetto e lavallata sottostante. I petali dei fiori parevano sgualcirsi al vento caldo di maggio, si offrivano agli insetti che ne trasportavano ilnettare, offrendo il meglio della loro breve bellezza. Una strada asfaltata conduceva ai Piani di Fugno, ammiravamo il versanteliscio di Monte Ruzza  puntinato da qualche pino e scoprivamo i seminterrati rifugi dei pastori che mantenevano ancora viva lamemoria degli anni della monticazione. Al valico di Capo La Forca una distesa di ranuncoli tingeva l’altopiano di giallo, unaquiete immensa riempiva il cuore con quella visione pacata, come se i colori della primavera colmassero anche l’anima con la lorobellezza. Le cime del Gran Sasso confondevano tra le nubi gli ultimi accumuli di neve, mentre la restante mole grandiosa rinnovava immense distese verdeggianti. 

domenica 18 maggio 2014

Umbria - Il percorso della Vecchia Ferrovia Spoleto Norcia in mountainbike

L’ultimo treno della Vecchia Ferrovia Spoleto Norcia partiva alle 19,40 del 31 luglio 1968, da allora le 19 gallerie che la distinguevano come Gottardo dell’Umbria si immergevano nelsilenzio. Ormai smantellata da anni e resa pista ciclabile per mountainbike, ne ammiravamo la bellezza di parte del suo tragitto lungo gli affacci sulla Valnerina, tra viadotti avveniristiciper l’ingegneria del tempo e tratti di linea elicoidali. Il verde rigoglioso della vegetazione di maggio si accostava al limite di ogni percorrenza, abbandonandoci soltanto sui pontisopraelevati, dove lo sguardo trovava lo slancio ad una visione più ampia della Valle del Nera. Ci immergevamo nel buio fitto delle gallerie, a malapena rischiarate dalla luce di un cellulare,con una dimensione notturna indotta, umida e fredda, che ci accostava alla terra. I pipistrelli, disturbati dal nostro passaggio, si animavano poco prima di ogni uscita, mentre il sole tornava ascaldarci appena fuori, tra il profumo diffuso di acacie e ginestre.