sabato 26 aprile 2014

Toscana - Giro in moto tra San Gimignano, Volterra e l'Abbazia di San Galgano

Dalla Torre Grossa ammiravamo l’abitato di San Gimignano, con i suoi tetti visti dall’alto che si tessevano tra loro separandosisoltanto al di sopra di strade e di vicoli, mentre una folla di gente si riversava nelle piazze fluendo da una parte all’altra.Scoprivamo in lontananza i rilievi bassi della Toscana e contavamo da vicino il numero delle torri rimaste in piedi. Iltempo volubile si lasciava andare a precipitazioni variabili, da una mattinata assolata passavamo alla percezione deicumulonembi, con l’aria che si caricava sotto lo sfregamento delle correnti ascensionali. Volterra si vestiva di gente, e della cromiaarmoniosa dei suoi palazzi, manteneva lo stile curato di tutte le città della Toscana che avevamo ammirato in questi tre giornidurante il nostro giro in moto. Scoprivamo l’Eremo di San Galgano alla fine di un temporale, con gli specchi d’acqua dellepozzanghere che ne riflettevano l'architettura sublimandola. Quello che mi piaceva di più di questa antica abbazia era l’assenzadi una copertura superiore, come se fosse il cielo stesso a fungere da tetto a tutte le preghiere dei fedeli.

venerdì 25 aprile 2014

Toscana - Giro in moto a Firenze

Firenze era bellissima, con i suoi palazzi, le sue piazze, le sue chiese che apparivano come una visione superlativa della bellezzaarchitettonica italiana. Ogni angolo regalava scorci unici, con vicoli affollati di gente sopraggiunta da ogni parte del mondo perammirarla. Santa Maria del Fiore si apriva allo sguardo in tutta la sua maestosità, tanto da togliere il fiato, magnifica esorprendente, si ricamava di pietra trovando il bianco nel marmo di Carrara, il verde in quello di Prato e il Rosso della Maremma.L’ingegno italiano si era concentrato per secoli su quegli antichi edifici, mantenuti tutt’ora all’apice della bellezza, e resi fruibilialla collettività con il saldo di un biglietto d’ingresso.

giovedì 24 aprile 2014

Toscana - Giro in moto tra Monteriggioni e Siena

Percorrevamo in moto le strade della Toscana, tra colline verdissime sormontate da antichi casolari, con viali alberati dicipressi, viti, ulivi e campi di grano. Le miti temperature di fine aprile ci regalavano una percezione unica, dove la naturaappariva educata dall’armonia delle coltivazioni. Raggiungevamo Siena scoprendola con le luci bruciate del pomeriggio, accesesugli antichi palazzi e le chiese, viva del contrasto con le prime ombre della sera. Un suonatore di violino animava un angoloesterno della piazza del Duomo, sfruttando quella magnifica cassa di risonanza, mentre, poco distante, la gente sostava seduta perterra nella quiete di Piazza del Campo, come se fosse sospesa al di fuori dal tempo.

martedì 22 aprile 2014

Il Fiume Aterno tra le torri di Beffi e di Goriano Valli: dentro la Chiesa di Santa Maria Silvana

Ripercorrevamo uno dei tragitti più belli del Fiume Aterno, alla scoperta della sezione territoriale che riguardava Beffi e Goriano Valli, le cui torri si fronteggiavano da un lato e l’altro del fiumecontrollando strategicamente l’accesso alla Valle Subequana. Nel Medioevo queste torri di avvistamento caratterizzavano gran parte della vallata, la loro posizione strategica su creste ed alturegarantiva il controllo militare, la comunicazione visiva e la difesa. La vegetazione si infoltiva lungo il corso del fiume, facendo da cornice al piacevole suono dello scorreredell’acqua. Ritrovavamo l’antico ponte romano ricostruito, e i segni delle ruote dei carri sull’antica strada percorsa da Celestino V alla volta di Collemaggio. Quello che mi mancava di questaparte di territorio era un’indagine all’interno della Chiesa di Santa Maria Silvana, situata poco più avanti lungo il corso del Fiume Aterno. Il suo piccolo impianto rurale sorgeva poco distantedall’abitato di Beffi, isolato e sicuramente poco frequentato ormai da diversi anni. Il portone di accesso, chiuso a malapena con un filo di ferro, dava adito ad una sala vuota col pavimento ascacchiera, munita di un altare e decorata su due pareti da affreschi deteriorati, di cui uno realizzato da Felice d’Alessandro nel 1578 come ex voto. Le poche notizie storiche sulla Chiesa diSanta Maria Silvana ne attestavano la presenza già nel XIV secolo, ma vari indizi facevano supporre la precedente esistenza di un santuario dedicato a Silvano, ipotesi suffragata dal ritrovamentodi un cippo ( CIL, IX, 3421 ) attestante il culto di Silvano in questo territorio (citazione). Non ero mai entrata in questa piccola chiesa a causa del suo tetto fatiscente, da cui filtrava la luce sottomanifestazioni sferiche, eppure la quiete che la componeva ne tesseva la trama dell’intera struttura. Raggiungevamo Beffi seguendo un percorso probabilmente appartenuto ai fedeli, cheanno dopo anno avevano segnato la terra col peso del loro passo. L’antica Torre di Beffi  manteneva la comunicazione visiva con quella di Goriano Valli, tanto che non potevamo noncontraccambiare il punto di vista dall’altro lato del fiume. La Torre di Goriano Valli sorgeva poco distante dall’abitato, raggiungibile da un piccolo sentiero immerso nella vegetazione.La porta di accesso era fortunatamente aperta, dandoci la possibilità di pervenire alla parte sommitale con quattro giri di scale a chiocciola, da lì ammiravamo l’intera vallata e scoprivamoun nuovo punto di vista colmo di bellezza. Di sotto, un cartello di legno scolorito dagli anni dava alcune nozioni: Castello di Goriano Valli. L’impianto a pianta trapezoidale simile a quello diOcre è riconducibile al sec. XIII. La torre circolare eretta successivamente con funzione di avvistamento e difesa ha pianta circolare all’esterno e ottagonale all’interno ed è coperta con volta a cupola, in origine era coronata da merli rettangolari.

sabato 19 aprile 2014

Il Tumulo di Corvaro

Il Tumulo di Corvaro si innalzava al centro dell’omonima piana, lasciando scoprire, dietro una recinzione divelta, unamonumentale tomba del VI secolo a.C. appartenente all’antico popolo degli Equi, fieri guerrieri di montagna del territorio delCicolano. La sua particolare conformazione definiva dodici costoloni disposti a raggiera, racchiusi in un’area delimitata da uncerchio composto di pietre squadrate. Le intermittenti campagne di scavo avevano portato alla luce 254 tombe, fornendoimportantissime testimonianze sui nostri antenati ed individuando, al centro del sepolcro, un nocciolo sacro ancorapiù antico: un piccolo tumulo della Prima Età del Ferro, risalente al IX-VIII secolo a.C., da cui era stato estratto un notevolecorredo funebre, probabilmente appartenente ad un personaggio molto importante di quel periodo. Informazioni.

sabato 12 aprile 2014

Alto Adige - La Punta d'Oro dell'Alpe di Siusi

L’Alpe di Siusi erano immerse nel silenzio, tutti gli impianti erano chiusi, e così anche gli alberghi e ogni struttura turistica ricettiva. Di tanto in tanto qualche sciatore appariva come una presenzaremota, ma per poi perdesi negli infiniti avvallamenti dell’altopiano, ancora abbondantemente ammantato di neve esegnato dalle tracce delle piste. I venti del Mezzogiorno avevano condotto fin qui le sabbie del deserto, tanto da contribuire ancoradi più ad invecchiare quell’ultima visione dell’inverno. La Punta d’Oro scopriva bellissimi punti di vista, che si aprivano echiudevano sotto il peso della nebbia, giocando in una scansione di frattali con le molteplici tonalità del bianco.