lunedì 26 ottobre 2020

Anello di Schiena di Cavallo e Monte Lampazzo da Pescasseroli

Salivamo il Vallone Schiena Cavallo immersi nella bellezza suggestiva del bosco d’autunno, dove la temperatura del colore lasciava vibrare glispettri cromatici del rosso, e le profondità si avvolgevano di quel tepore introspettivo di una natura pronta al raccoglimento dell’anima primadel riposo invernale. Era il momento giusto per ammirare quella tonalità così coinvolgente, e percepire quel sentimento così soggettivo euniversale. Usciti dal bosco i pendii si vestivano soltanto di erba rasa, si spogliavano di ogni cosa e lasciavano libero il punto di vista sulle altremontagne, colorate anch’esse, bellissime su tutte le visuali, anche molto lontane. Il filo di cresta di Schiena di Cavallo rendeva l’idea delsuo nome, seguivamo la sua dorsale sopra il fitto dei boschi, sul suo crinale acuminato e immerso in una natura solitaria e incontaminata,dove vecchi sentieri ne seguivano a tratti il filo prima di immettersi dalla Sella di Lampazzo al Vallone Cavuto. Da lì di nuovo la bellezza deicolori caldi dell’autunno, impreziositi dal verde intenso dei muschi, tra i faggi secolari di un bosco vetusto custode di memorie lontane, emagnifici aceri dalle foglie di giallo intenso, il rosa dei primi ciclamini autunnali, e la bellezza della consapevolezza di quanta grandiosameraviglia vi sia in natura così disponibile a farsi guardare.

domenica 25 ottobre 2020

Castello Mancino di Pescasseroli e Monte Forcella

Secondo la Schedatura analitica delle opere fortificate abruzzesi a cura di Giuseppe Chiarizia in “Abruzzo dei Castelli”, il CastelloMancino risultava essere un rudere di proprietà incerta con primo impianto risalente al XI secolo e il cui aspetto, prevalentemente dovutoalle trasformazioni, attribuito al XVI secolo. Probabili leggende facevano risalire la sua fondazione per opera delle popolazioni peligne,distaccatesi dal ceppo originario con una Primavera Sacra. Quei vecchi ruderi, così presenti e sovrastanti i Colli dell’Oro, si avvalevano dellavisuale dominante non soltanto sulle valli attraversate dal Fiume Sangro, ma anche a controllo dei passaggi tra le altre montagneintorno, culmini di bellezza. Sotto di noi l’abitato di Pescasseroli mostrava i suoi tetti raccolti, stretti come una visione intima, mentreuna pioggia leggera ci accompagnava lungo il nostro cammino. In prossimità di Monte Forcella una piccola nicchia ricavata nella rocciacustodiva una sconosciuta area sacra con all’interno una Madonnina bianca omaggiata dalle candele e da alcuni ex voto dei fedeli. La naturastessa dei boschi era essa stessa un’area divina entro cui inoltrarsi, perdersi e ritrovarsi, tra le vibrazioni del rosso d’autunno, che con ilsuo spettro visibile scaldava di suggestione la luce filtrata tra i rami.