La strada che
conduceva a Tamùli era completamente deserta nelle ore più calde del
pomeriggio. I rovi selvatici costituivano l’unica possibilità di ombra:
bordavano i sentieri e si addossavano ai muri a secco narrando a pieno la
bellezza di una poesia decadente. Tra le spine e le more selvatiche giacevano i
nidi di ragno, i loro filamenti brillavano al sole e trattenevano il silenzio,indicando il sentiero verso una direzione metafisica. L’area archeologica di
Tamùli si disponeva sopra una collina vestita di erba secca e di asfodeli: i
fiori cantati da Omero, soliti nascere proprio nel regno dei morti. LE
TOMBE DEI GIGANTI. Le tombe dei
giganti sono monumenti esclusivi della Sardegna, tipici della civiltà nuragica,
edificati durante l’intero periododell’Età del Bronzo (1800-900 a.C.). sono
costituite da un lungo corpo, generalmente absidato, con la fronte arcuata che
si prolunga, lateralmente, in due ali di muro delimitanti un’area semicircolare
chiamata esedra, in questo spazio si svolgevano i riti della comunità in onore
degli antenati defunti. Erano tombe comunitarie destinate ad accogliere gli
abitanti del vicinovillaggio. La sacralità del sepolcro è accentuata dalla
presenza, nell’esedra o lungo una fiancata, dei betili in numero da uno a sei:
pietre coniche o troncoconiche lavorate con cura nell’intera superficie, che
rappresentano divinità protettrici dei defunti e dispensatrici di vita. in base
alle caratteristiche architettoniche, tutte le tombe dei giganti si dividono
essenzialmente in duegrandi gruppi: quelle con al centro del prospetto la
“stele”: un elemento megalitico superiormente arcuato, alto fino ad oltre 4 m,
e quello senza “stele”, con un’imponente facciata in muratura, edificata con
filari di pietre sbozzate (opera poligonale) oppure con conci perfettamente
squadrati e levigati dalle varie superfici (opera isodoma). Le tombe A e B
dell’area archeologica diTamuli sono sicuramente del tipo con fronte a filari
costruite in opera isodoma, mentre non rimangono elementi sufficienti per una
sicura attribuzione tipologica della tomba C. TOMBA DEI GIGANTI A. La tomba A, più nota come “tomba dei betili”,
dista circa 300 metri dal nuraghe. La lunghezza massima del monumento, compresa
la profondità dell’esedra, è pari a 22,40metri, mentre la larghezza massima
fra le estremità esterne delle ali è di metri 20,60. Il corpo centrale è lungo
14,30 e si restringe gradualmente da m 7,20 a m 6,60 in corrispondenza del giro
absidale. L’esedra semicircolare è marginata da un balcone discretamente
conservato. Lo spesso re murario è costituito da due paramenti con
intercapedine colma di scaglie e terriccio. Ilcorridoio funerario è lungo m
9,50 e largo m 1,30. Il portello d’ingresso è stato ricavato in una lastra
piatta ben squadrata e forata ad oblò, attualmente spezzata e mutila del lato
sinistro; poggia su un blocco di soglia ed è arretrata rispetto alla muratura
dell’esedra. Al centro dell’emiciclo è individuabile, a tutt’oggi, il chiusino
del portello. Della camera residuano,ancora in situ, due ortostati finemente
lavorati e la lastra di testata del corridoio segnata da riseghe laterali sulla
quale doveva impostarsi un concio simile a quello che giace a circa 20 m dalla
tomba e contrassegnato da un arco a sesto acuto in rilievo. Su di esse si
impostavano le fiancate del vano tombale chiuse superiormente ad ogiva. I
materiali rinvenuti all’internodella sepoltura consentono di collocarla
cronologicamente in tempi del Bronzo Medio (1500-1200 a.C.). I BETILI. Sul lato sinistro della
sepoltura si notano i famosi betili in posizione probabilmente non originaria e
comunque differente dai rilievi del A. Lamarmora. I monoliti, in basalto, sono
tutti finemente lavorati a martellina; hanno forma conica e sezione
piano-convessa. I betili femminili, mammellati, sono alti rispettivamente m
1,55 – 1,54 – 1,53; più bassi e più tozzi sono i betili maschili, m 1,25 – 1,33
– 1,38. LA TOMBA DEI GIGANTI B. La
seconda sepoltura si sviluppa lungo l’asse NW-SE con l’esedra rivolta a SE. Si
riconoscono chiaramente le strutture perimetrali incomplete dell’abside, delle
fiancate laterali edell’esedra. La lunghezza massima, compresa la profondità
dell’esedra, pari a m 17,40,la larghezza fra le ali dell’emiciclo, di m 14,50.
Il corpo centrale, lungo m 14,40, esternamente marginato da un basso bancone
simile a quello della tomba A. il corridoio funerario mostra ancora in situ il
blocco di soglia sopraelevato rispetto al piano pavimentale interno, costituito
dalastroni squadrati e combacianti. Del paramento interno residua una sola
lastra ben lavorata nella faccia a vista che giace al centro del corridoio. Non
resta oggi alcuna traccia dei conci relativi alla copertura e al giro absidale
presenti nella documentazione ottocentesca del Lamarmora, fatta eccezione per
un concio ad arco piano a circa 20 metri dal nuraghe e ilconcio superiore di
testata con rilievo a sesto acuto. I materiali rinvenuti all’interno della
sepoltura consentono di collocarla cronologicamente in tempi del Bronzo Medio
(1500-1200 a.C.). TOMBA DEI GIGANTI C.
La terza sepoltura, recentemente rimessa in luce, si differenzia dalle altre
per le ridotte dimensioni e l’esiguità dei resti. Presenta una struttura
megalitica chepoggia direttamente sul terreno, priva di crepidine. Ha forma
irregolarmente ellissoidale e fronte falcata. All’interno è stato ricavato uno
stretto corridoio. La fronte priva delle caratteristiche ali che delimitano
l’esedra, conserva tracce parziali di un lastricato. I materiali rinvenuti
all’esterno della sepoltura consentono di collocarla cronologicamente in tempidel Bronzo Medio (1500-1200 a.C.), con riutilizzazione in tempi successivi. IL NURAGHE. È il monumento simbolo della
civiltà nuragica e deriva il suo nome dall’antica radice paleo sarda “Nur”, che
significa “mucchio cavo”. Vengono edificati a partire dall’Età del Bronzo Medio
(1600 a.C.), con rimaneggiamenti e ampliamenti attestati fino all’età del
BronzoRecente (1200-900 a.C.), ma il loro uso dura fino ad età storica,
mutando talvolta la funzione originaria. Gli scavi condotti in numerosi nuraghi
hanno dimostrato la loro polifunzionalità: sono fortezza, postazioni di
controllo del territorio, luogo di abitazione e di incontro sociale, luogo di
culto. Presenti in gran numero su tutto il territorio isolano, hanno nel
Marghine unadelle densità più alte, dove sono documentati con una grande
varietà tipologica che comprende nuraghi a corridoio, nuraghi a tholos semplici
e complessi e nuraghi a struttura mista. I nuraghi a corridoio, noti alla
letteratura archeologica anche con i nomi di “protonuraghi” e “pseudo nuraghi”,
sono monumenti rozzi nei loro particolari costruttivi, quasi mai di forma
circolare,caratterizzati da un’opera muraria definita “ciclopica”, per
l’impiego di grossi blocchi disposti ad incastro, spesso fortemente
condizionati nel loro impianto dalla conformazione naturale del basamento
roccioso su cui sono edificati. La massa muraria prevale nettamente sugli spazi
interni rappresentati per lo più da stretti corridoi piattabandati e di modesta
altezza,articolati o meno in nicchie laterali, conclusi entro la struttura o
sfocianti in un secondo ingresso contrapposto al primo. Altri presentano
all’interno vani di pianta allungata (i cosiddetti nuraghi naviformi) e sono
caratterizzati da pareti aggettanti riunite al colmo, simili nel loro impianto
ad una chiglia di nave rovesciata. In entrambi, sulla sommità costituita da un
piano terrazzato, venivano talvolta edificate una o più capanne. Il tipo più
semplice di nuraghe a tholos è costituito invece da una torre troncoconica, che
presenta all’interno una camera pressoché circolare, con pareti aggettanti di
filari di pietre che progressivamente si restringono verso l’alto per chiudersi
con un solo blocco. All’aggetto dei muri interni si contrappone l’inclinazione
del paramento murario esterno, costituito da pietre sbozzate disposte in corsi
regolari. All’interno sono presenti il corridoio di accesso al vano principale,
le scale elicoidali che portano alla camera superiore, le nicchie d’andito e di
camera. L’aggiunta di torri al corpo principale, di norma più antico, dà
origine ai nuraghi complessi. (Notizie tratte dai vari cartelli informativi
del sito archeologico di Tamuli).
sabato 8 settembre 2012
Il complesso nuragico di Tamuli
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BellissimA e colta spiegazione. Mi ha ricordato cio' che mo hai raccontato a voce.
RispondiEliminaGrazie Giovanna, i testi riportati in corsivo non li ho scritti io, li ho ripresi dai cartelli informativi del luogo e riportati a citazione. Sono molto interessanti. Un bacio grande!
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