domenica 29 novembre 2009

Da Santo Stefano di Sessanio a Rocca Calascio a Colle della Battaglia

Perdersi, nel vero senso della parola. La carta del Gran Sasso copre fino all'altezza di Castel del Monte, non scende più sotto, così seguiamo solo i riferimenti visivi e l'esperienza di chi ha già fatto buona parte del sentiero di oggi. Seguendo la strada principale che attraversa tutto Santo Stefano di Sessanio, poco dopo, troviamo sulla curva un posto dove poter lasciare la macchina (42°20'20.72"N 13°39'26.76"E), da qui inizia il nostro percorso.
Seguendo una piccola traccia giungiamo alle spalle dell'Oratorio di Santa Maria della Pietà di Rocca Calascio (1460 m).
Che meraviglia di posto. Pochi passi e visitiamo anche il piccolo castello. Tutti i commenti sulla bellezza del posto sono superflui.
Per chi ama la storia, l'arte e la cultura in genere credo che sia necessario visitare questo luogo: è una perla, credo sia uno dei posti più belli di tutto l'Abruzzo.
Placato un po' di entusiasmo proseguiamo il nostro giro. Da sopra la parte vecchia del paese vediamo un piccolo lago, ci portiamo lì, tagliando bene o male il sentiero. Da sopra devo ammettere che sembrava più ben messo, invece non è molto curato.
Tuttavia i grossi alberi che uscivano dall'acqua compensavano la mancanza di cura dell'uomo. Continuiamo il giro seguendo, in linea d'aria, la direzione per Castel del Monte, che da lontano sembrava un piccolo presepe, con Monte Bolza, alla sua sinistra, che lo sovrastava.
Troviamo le indicazioni per giungere ad un sito archeologico: Colle della Battaglia (1175 m). In meno di un quarto d'ora siamo lì, ancora a respirare la nostra storia (42°20'40.47"N 13°42'32.11"E). Che bella giornata. Quello che troviamo sono i resti di un'architettura difensiva di epoca italica, da come ho letto doveva esser strutturata da fossati e da un triplice giro di cinta muraria, che nell'insieme gli davano la forma di una triplice corona.
Quello che vediamo noi sono giusto alcune mura di pietra e dei pezzi di argilla sparsi un po' ovunque.
Ci riportiamo sulla strada sterrata che ci aveva condotto al sito archeologico e decidiamo di proseguirla, perché tutti convinti che avrebbe di sicuro portato a Santo Stefano di Sessanio. Quanto ci sbagliavamo. Dopo più di un'ora e mezza giungiamo ad una casa isolata e chiusa (42°21'31.69"N 13°40'5.70"E), della strada non si vedeva la fine, e, considerate le montagne, capiamo di esser andati oltre. Ci eravamo persi.
Prendiamo di petto la montagna che, secondo noi, si frapponeva al paese, almeno dall'alto ci saremo orientati meglio. E così è stato. L'ultima impettata non finiva mai! Ma da sopra si apre la vista e localizziamo Santo Stefano. Meno male.
Giungiamo ad una piccola chiesetta con un fontanile dall'acqua limpida, finalmente dopo cinque ore mangiamo (42°21'1.90"N 13°39'31.35"E).
Per arrivare alla macchina riscendiamo e risaliamo e riscendiamo un'altra montagna. Ce l'abbiamo fatta! Le coordinate le ho prese da Google Earth, ho visto però che spesso non sono molto precise, però calcolato l'errore di margine, bene o male, ci siamo.

giovedì 26 novembre 2009

Monte Bracastello da Vado di Corno

Percorrendo la SS17bis in direzione dell'albergo di Campo Imperatore, pochi tornanti prima della stazione superiore, c'è una strada sterrata che ramifica sulla destra, con ben visibile un'area di sosta con tavolini e panche (42°26'33.78"N 13°35'10.04"E). Parcheggiata la macchina iniziamo il sentiero. La strada è segnata molto bene, è semplice e non ci si può sbagliare. Giunti presso Vado di Corno si comincia ad assaporare il tono panoramico del percorso: una breve deviazione a sinistra apre uno spaccato molto molto bello su Corno Grande (42°27'11.20"N 13°35'45.88"E)
che anticipa la bellezza di quello che si vedrà in seguito. A parte qualche roccia e qualche vertigine, il sentiero è fattibile salvo eccezione della neve. La paura dell'inesperto, quella che ti annebbia la mente e ti blocca le gambe l'ho provata in modo particolare due volte da quando vado in montagna, di cui una volta oggi. Un ripido costone di percorso era completamente coperto da neve ghiacciata, così dura che si rompeva a fatica con lo scarpone. A dare un taglio trasversale c'erano alcune impronte più o meno profonde ormai pietrificate nella neve. Fin dove erano calcate andava bene, poi non lo erano più e non sapendo dove mettere i piedi avevo paura di scivolare di sotto, ho passato alcuni secondi di panico, poi finalmente ho reagito e proseguito. Mi hanno detto che in montagna è da mettere in conto anche questo.
Andiamo avanti e giungiamo sulla cima di Monte Brancastello (2385 m). Da lì si completa la visione incantevole del Gran Sasso, con il Corno Grande da una parte e le Torri di Casanova dall'altra, e di fronte il mare.
La croce del Brancastello è fatta da pietre disposte a terra. Di ritorno evitiamo il tratto con la neve, facendo cresta cresta, e sopportando il vento freddo che anticipa l'inverno. Facciamo una piccola deviazione per Pizzo San Gabriele (2214 m), dove sono andata a portare un bacio all'icona del santo da parte di mia nonna, a lui devota.

domenica 22 novembre 2009

Ruderi di Santa Maria del Monte in Paganica, Monte Cecco d'Antonio e Monte Mesola

Sembra di vivere in un settembre perenne. La temperatura è così mite che non fa pensare alla prossimità dell'inverno. Ho tanta voglia di neve, del suo silenzio, della sua calma, delle sue sfumature bluastre del mattino presto o in prossimità della sera... ma mi va bene anche così. Poi quando vado sul Gran Sasso sono
sempre felice. Abbiamo parcheggiato lungo uno slargo della SS17bis, presso Valle Maccione: poco sotto c'è un piccolo rifugio di pastori, ben visibile dalla strada e una pozza d'acqua simile ad un punto esclamativo. Lasciata la macchina seguiamo il sentiero che, superata Valle Ranna, si incanala tra Cima di Faiete e Montagna Grande. E' molto comodo e pianeggiante. Durante il percorso abbiamo incontrato il Lago di Barisciano (1604 m)
e il Lago di Passaneta (1561 m). Amo tutto ciò che è fonte o sorgente o contenitore d'acqua. In alta quota rappresenta la vita.
Il nostro obiettivo lo raggiungiamo in poco tempo, sono i ruderi del monastero di Santa Maria del Monte in Paganica (1616 m). Da lì attraversiamo il Campo delle Ginestre e ci portiamo prima su Monte Cecco d'Antonio (1758 m), così tanto per salire un po', e successivamente su Monte Mesola (1706 m).
Ripassando per il Lago di Passaneta ci accorgiamo di una piccola volpe morta da pochi giorni (due o tre) che aveva ben visibile il foro di un proiettile sullo stomaco... in zona parco è vietata la caccia! Porca miseria!... La caccia non è uno sport. Non si compensa la carenza degli attributi maschili con un fucile in mano. Ci vuole ben altro. Quanto è brutto poi vedere che il frutto di tale disciplina è lasciato a imputridire ai vermi. Chi fa questo non ha rispetto, e non ne merita.

domenica 15 novembre 2009

Monte Orsello da Campo Felice e la Miniera di Bauxite

Ci portavamo mano mano in cresta seguendo il sentiero segnato (percorso 4 della carta n°2) trovando difficoltà non tanto nell'impegno dell'escursione ma nella forza del vento che soffiavada Ovest. Il versante a Sud, più battuto dal vento, era pulito, mentre quello a Nord era coperto da uno spesso strato di neve. Il vento ci costringeva a scendere per il versante protetto, cheanche se innevato era comunque più riparato. Gli scarponi affondavano a volte a 30 e a volte a 50 cm di neve, trovando il contatto difficoltoso con le rocce nascoste. Con molta faticaprocedevamo a mezza costa, fino a quando era percorribile, raggiungendo di seguito anche la vecchia Miniera di Bauxite che stava sopra l'Inghiottitoio.

giovedì 12 novembre 2009

Laghetto di Cornino dai Prati di Corno

Percorrendo la SS17 in direzione di Antrodoco, si incontra un lungo viale alberato che, circa a metà, ramifica sulla sinistra con una stradina semi-sterrata. Poco dopo aver percorso questo tratto abbiamo lasciato la macchina. Da qui (42°22'14.37"N 13° 9'54.37"E) inizia il percorso che abbiamo fatto oggi, che sulla carta n°4 è segnato in trattini azzurri (sci-escursionismo e sci-alpinismo). Il percorso è semplice e piacevole: si segue tutta la carrareccia che dai Prati di Corno sale fino sotto Costa Pianezza, e da lì si apre il panorama sul laghetto di Cornino (1261 m) - info. Dalla valle siamo risaliti per le Ollanette, dove si incrocia un'altra carrareccia che, dall'alto, scopre il Lago di Rascino (1138 m) - info.
Purtroppo non siamo scesi nel Piano di Rascino per mancanza di tempo, dobbiamo assolutamente tornarci perchè il posto merita davvero. Il tempo impiegato tra l'andata e il ritorno è stato di circa 5 ore.

sabato 7 novembre 2009

farneticazioni metereopatiche

Che tempo infame... questa settimana non una, ma quattro perturbazioni m'hanno rovinato l'umore. Pioggia e nebbia nella norma in città, quindi figuriamoci in quota che può essere. Avevamo in mente o monte Brancastello sul Gran Sasso o monte Orsello da Campo Felice... pure due possibilità c'eravamo dati in modo da poter scegliere in base a cosa fosse più fattibile... pazienza. Non sopporto il tempo incerto, anche quando piove che senso ha quella pioggerellina afona, incerta... molto meglio un sano temporale con tuoni e fulmini che si sfoga per bene che quella inespressione che non ti fa capire se si può uscire o no in montagna. Ieri mettevano pure la neve... anche quella poi se proprio la deve fare perchè non la fa per bene, almeno un metro, così ci attrezziamo con le ciaspole e con gli sci da fondo e ci diamo ad un'altra percezione. Dalla mia finestra vedo la cima di monte Calvo innevata... mi consolo con una foto scattata il 20 ottobrepresso una specie di rifugio che sta di strada tra la miniera di bauxite vicino Campo Felice e il rifugio Sebastiani... chissà quanto ancora dovrò aspettare per una sana fioccata...

giovedì 5 novembre 2009

Dalla Rocchetta alla Madonna Fore

Pioggia, pioggia, pioggia... e pioggia. Quando è così ripieghiamo sempre per la montagna di Pettino, è vicina, con il sentiero comodo e protetto dal bosco. Ultimamente ci siamo andati tre volte. E' un dedalo di sentieri, ogni volta prendiamo una via al posto di un'altra, ma tuttavia l'errore è contenuto perchè in linea di massima o si sale o si scende. Partendo da via Francia, al primo incrocio di sentiero nel bosco abbiamo preso a destra, non sapendo dove portasse (le altre due volte a sinistra), e abbiamo continuato fino ad un cartello che indicava una direzione per monte Pettino ed un'altra per la Rocchetta, e da lì ci siamo orientate, abbiamo continuato per la Crocetta di San Giuliano e poi per la chiesetta della Madonna Fore, tanto cara agli aquilani... qualche crepetta c'era ma per fortuna nulla di che.

domenica 1 novembre 2009

Monte Calvo da Rocca di Corno

Monte Calvo mi è caro in modo particolare perché, assieme a monte Rua, lo vedo dalla finestra della mia camera da letto. Leggo la carta n°4 che riporta il sentiero fatto. Dalla SS17 si arriva a Rocca di Corno, dove, seguendo la strada in direzione Nord, si giunge agli ultimi casolari del paese, presso cui abbiamo parcheggiato l'auto. La strada, da qui in poi, diventa una lunga carrareccia in salita con diversi tornanti. Giunti al bivio con Fosso di Valle Bona abbiamo preso il sentiero di sinistra in direzione dell'Arenaro, che passa sotto Colle del Ghiaccio. C'è un bellissimo bosco di faggi qui, con dei meravigliosi colori autunnali, che, poco prima della fine, accoglie una vecchia baracca metallica messa dalla carta come riferimento utilizzabile (ma che ormai non serve più a niente perché stata buttata giù dal maltempo). Usciti dal bosco si apre, con il suo fascino severo, l'ampia e solitaria Valle Lunga (1570 m). Percorso un tratto di valle ci siamo portati in cresta su Monte Caola (1778 m) e da lì abbiamo tenuto solo il riferimento visivo, con un piccolo saliscendi finale, per la cima di Monte Calvo (1898 m). Abbiamo impiegato circa tre ore e venti per la salita (senza soste).

Il bosco in questo periodo è uno spettacolo... il sentiero era talmente soffocato dalle foglie dei faggi che in alcuni tratti sembrava di camminare su dei cuscini... che meraviglia! La cima è molto panoramica, da lì si vede il Terminillo, e procedendo in senso orario, il Vettore, i Monti della Laga (con un pezzettino di Lago di Campotosto) che continuano con il Gran Sasso, più staccata la Maiella e pure alcuni monti del complesso del Velino-Sirente con alcuni tratti di Campo Felice...