venerdì 31 dicembre 2021

Monte Calvo l'ultimo giorno dell'anno

Sulla cima di Monte Calvo, circondata da panorami familiari, portavo un saluto all’anno appena trascorso. La parvenza dell’inverno giacevasoltanto sulla parte culminale della montagna, le miti temperature ed il riverbero del sole illudevano alla primavera che sotto le vallate giàpareva percepirsi. Le lingue di neve giacevano nelle vallette e nei fossi, mentre a nord era tutto immacolato nel freddo fermato dall’ombra.Salivo dalla Jubbera e scendevo a ridosso della Costa Serpentana fino ad intercettare la carrareccia per Fonte Crovella, vi era molta acqua eun getto importante. Un altro anno era trascorso, mi piaceva salutarlo così, con la gratitudine per tanta bellezza da contemplare, lungosentieri rasserenanti, quiete dell’anima, semi di riflessioni.


domenica 5 dicembre 2021

La Piana delle Locce, Santa Maria ai Carboni e la Grotta di San Michele

Dal piccolo lago di Santo Stefano di Sessanio partiva una comoda via per la Piana delle Locce, che attraversava in parte i contraffortimeridionali minori del Gran Sasso, tra modesti avvallamenti e rilievi che mano a mano salivano alla volta della montagna. Faceva freddo,ma si stava bene, a tratti vi erano precipitazioni di neve tonda che andavano e venivano a seconda del vento. La Piana delle Locce cisottostava con la geometria squadrata dei suoi campi, la circolarità del piccolo lago, la sinuosità delle strade che solcavano a vivo la suaterra nera. Ai margini del vasto altopiano si ergeva l’edificio di Santa Maria ai Carboni, Santa Maria de Corovonis, grancia cistercense diSanta Maria di Casanova. L’antica struttura risalente al XII secolo, ampliata e riadattata all’uso di pastori e contadini, verteva indecadenza. La piccola cappella e le rovine del suo altare si davano al cielo così prive di copertura, esposte all’intemperie mostravanoun’inesorabile declino a dispetto dell’importanza contata nei secoli. Poche scritte sui muri restituivano la memoria dei viandanti. Alle suespalle una delle tante grotte agro-pastorali si inoltrava nella terra, un caldo riparo che manteneva la sua funzione sospendendo lo scorreredel tempo. Quella de Le Scoppie era una collina molto particolare, da alcuni punti di vista si ergeva a forma conica sulla bellissima vallata, siornava di molteplici buchi contornati di rocce, antichi ripari scavati dall’uomo nel tenero conglomerato. Tornavamo a Valle Chiusola percercare la Grotta di San Michele, questa volta facilmente individuabile dal basso della valle. Non vi erano tracce del culto dell’arcangelo,soltanto il nome definiva l’area sacra. All’interno il tepore della grotta ci accoglieva mentre fuori le nuvole si agitavano, la neve che cadevamossa dal vento presto avrebbe imbiancato ogni cosa.


lunedì 29 novembre 2021

Rifugio del Campitello da Prato Capito e la neve

“Passano gli anni ma alcune cose rimangono eterne, senza tempo come la neve, che nonostante lo scorrere degli inverni non trova né principioné fine: la neve di allora è la stessa di adesso e mi piace pensare che trattenga la sua memoria”. Cinque anni fa scrivevo queste parole inoccasione di una mostra su Natalia Ginzburg, pensavo alla neve come elemento senza principio né fine, scrigno di memorie, essenzauniversale pronta ogni volta a scomporsi e ricomporsi portando con sé all’infinito la memoria del mondo. Il rumore della neve era quello delsilenzio che lasciava voce ai pensieri, me ne immergevo nel bosco, inoltrandomi nella moltitudine dei faggi fino al Rifugio del Campitello.Ritrovavo il piccolo riparo intatto rispetto l’ultima volta in cui c’ero stata, il piccolo camino, la porta incisa di scritte apribile in duepassaggi, il pavimento di pietra e l’essenziale. La vista sull’omonima valle si velava di neve e persino il sole dispergeva i suoi raggi al cielo,perdendo sì forza ma estendendosi con la sua luce nel riverbero del bianco.

domenica 28 novembre 2021

Gli antichi ricoveri pastorali tra Valle Chiusola e Valle Vestovello, cercando la Grotta di San Michele

Con la prima neve l’aria si velava nella leggerezza del bianco, le montagne intorno parevano disegnarsi come accenni di grafite su cartaimmacolata, e le profondità si attutivano in una delicata sottigliezza visiva. Da Fugnetto seguivamo il modesto rilievo tra Valle Chiusola eValle Vestovello, oltre noi c’erano soltanto un cane pastore di guardia ad uno stazzo vuoto ed alcuni armenti al pascolo che si confondevanocon il loro manto argenteo, lasciandosi individuare soltanto dal suono dei loro campanacci. La neve dava fisicità al vento, che a tratti isolava echiudeva le visuali. Il silenzio stanziava negli antichi ricoveri pastorali delle Locce, ventri di terra scavati dall’uomo dove la riflessione sulpassato era inevitabile. Mi incuriosiva la Grotta di San Michele indicata sulla mappa, che non trovavamo sul punto indicato, volevamo cercarlama il maltempo ci induceva a rimandare la sua indagine ad un’altra occasione.


sabato 27 novembre 2021

Dopo la pioggia e prima dell'imbrunire

Dopo la pioggia e prima dell’imbrunire, sui declivi bagnati d’acqua e di pensieri, lungo i sentieri rasserenanti della montagna di casa, tra pini,querce e arbusti selvatici. Tra il giorno e la notte si compiva la predisposizione al riposo, la distensione visiva della quiete che flettevale luci pomeridiane ai toni crepuscolari, su lontananze sempre più incerte, dove piccole luci artificiali mano a mano si accendevano comestelle nella notte.

sabato 13 novembre 2021

Campo Pericoli, tra Monte Aquila e il Rifugio Garibaldi

Il Gran Sasso copriva e scopriva le sue sommità con giochi di nuvole e vento, mentre nel basso di Campo Pericoli i dolci declivi si velavano amalapena di aria umida. Gli avvallamenti più profondi custodivano ancora i residui dell’ultima sporadica nevicata prima della stabilitàdell’inverno, punti bianchi come perle sul manto prezioso della conca dorata. Seguivamo i sentieri più semplici nel cuore del Gran Sasso,raggiungendo prima Monte Aquila con i suoi affacci panoramici e poi il Rifugio Garibaldi. La bellezza delle prospettive era nel gioco dellenuvole che svelavano profili rocciosi e lontananze, mentre il vento danzava confondendo i nostri  silenzi.