I boschi di eucalipto ammantavano la superficie conica della montagna insieme a pioppi, ontani e piante di fico. Quell’antico vulcano estinto si disegnava in forme regolari, lasciandositracciare da un percorso che saliva comodamente in cima. La macchia mediterranea sfoggiava una natura rigogliosa e protetta, e più salivamo e più questo sentore veniva esaltato. La vecchiaterra lavica sotto di noi in alcuni punti era talmente raffinata da divenire polvere: al nostro passaggio esplodeva come una nuvola di borotalco. Distese interminabili di felci ricoprivano lamontagna e gliene davano il nome, concentrandosi maggiormente nella parte interna del vecchio cratere. Una volta in cima il mare girava fino in lontananza, lasciandosi guardare dall’alto in manieraravvicinata, era una visione bellissima. Le piante di ginestre, smosse dal vento, lasciavano esplodere i loro baccelli liberandone i semi, la vita continuava nel suo ciclo naturale, fatto di terra, di aria e di poesia.
giovedì 8 settembre 2011
Monte Fossa delle Felci - Salina, Isole Eolie
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