Eravamo arrivati a Salina con il traghetto della notte, davvero non potevo immaginare tanta bellezza concentrata in un’isola così autentica. La luce del mattino rischiarava le tipiche case eoliane,tra i fiori di ibisco e di frangipani. La vegetazione esplodeva in un rigoglio superlativo, amplificato da profumi tropicali e piante di banane. I capperi si estendevano per grandissimi appezzamenti,così come i vigneti della malvasia e i fichi d’India selvatici. Le piccole vie del paese si componevano in stretti passaggi pedonali, tra il sonno dei gatti adagiati nell’ombra e il volo di rondinidisperse nel cielo. Il mare visto da lì era immenso. Eravamo a Santa Marina Salina, e di fronte a noi avevamo le isole di Stromboli, Lipari e Panarea, più o meno velate dalla foschia delmare, che come presenze invisibili le facevano compagnia. La nostra dimora era l’ultima casa del paese più vicina alla montagna, la più alta, l’ultima, la più panoramica di tutte. Quello che sivedeva da lassù lasciava senza fiato, girava sul mare e sulle altre isole dando percezione di tutto. Immaginavo quale fortuna sarebbe stata assistere ad un temporale sul mare da quellaposizione. L’estate ci accoglieva in pieno senza l’affollamento turistico, merito di un settembre tranquillo e temperato, oltre a noi c’erano, per lo più, turisti inglesi e americani. Alle nostrespalle, due enormi vulcani estinti erano le montagne del luogo, che, come enormi presenze, sorvegliavano l’isola e la proteggevano. Ero felicissima di trovarmi lì con la persona che amo.
mercoledì 7 settembre 2011
Isola di Salina dell'arcipelago delle Eolie
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