Il sacro eremo di Camaldoli fu fondato da San Romualdo Abate nel 1012, in località detta allora “campo amabile”, da cui pare derivi la denominazione odierna Camaldoli. Situato sul versante toscano dell’Appennino Centrale, a 1100 mt, contornato dallamillenaria foresta dell’alto Casentino, è fra i più celebri centri monastici d’Italia e capo della Congregazione Camaldolese dell’Ordine di San Benedetto. La costruzione della chiesa e delle prime cinque celle risale all’epoca di San Romualdo, le altrequindici sono di costruzione posteriore. (Informazioni tratte da un cartello informativo del luogo). Una scritta pregava il silenzio all’interno di un perimetro sacro. La pietra arenaria rifrangeva il verde del bosco, colorandosi a sua volta di quella anticadimensione. I boschi Casentinesi erano solenni e millenari, raccontavano storie di Santi e di uomini perduti. Le zone accessibili all’eremo consentivano l’affaccio in un limbo intermedio, dove la dimensione divina estendeva la sua ombradiventando tangibile. Una cella scandiva il ritmo di un’intera vita ritirata, contenendosi in spazi minuscoli e dedicati, mentre la stuoia intrecciata del letto si ricamava di molteplici pensieri che a malapena il mondo poteva contenere. La cella DI San Romualdo èil luogo in cui il monaco vive per gran parte della sua giornata, nell’impegno di studio, di lavoro e di preghiera. La cella di San Romualdo è l’unica cella visitabile. Le celle abitate dai monaci sono simili a questa, costruite sulla base dello stesso progetto.(Informazioni tratte da un cartello informativo del luogo). L’interno della chiesa si rivestiva di una condizione superlativa, fatta di statue, stucchi e vetri colorati, lì dentro si conteneva una materia sacra, antica e perpetua, segreta e sensibile. La chiesa delS. Eremo di Camaldoli – Leggenda. Iniziata nel 1012, fu terminata e consacrata nel 1027 dal vescovo aretino Teodaldo dedicandola al SS. Salvatore. Originariamente di stile romanico, subì vari rifacimenti l’ultimo dei quali, nel 1658, in stile barocco. È a naveunica, con abside semicircolare. FACCIATA. costruita nel 1713 e addossata alla precedente del sec. XV. ATRIO. Sulla porta d’ingresso Madonna col Bambino, bassorilievo marmoreo di Mino da Fiesole, 1431-1484. TRANSETTO. Sull’altare a destra,Deposizione: tavola di Stefano Pieri, sec. XVI. Sull’altare a sinistra, Immacolata del Sorbini, 1855. CORO del sec. XV. Sulle pareti affreschi del Franchi, sec. XVII. PRESBITERIO. Ai lati del’abside, tabernacoli marmorei in bassorilievo di Gino daSettignano del 1531. ABSIDE. Al centro, Trasfigurazione, affresco di Ezio Giovannozzi, 1937; più in basso, Crocefissione su tavola di Angelo Bronzino, 1501-1570. SALA CAPITOLARE. Soffitto a cassettoni, a finto intarsio, e postergali del sec. XVI. Alla paretedi fondo, tela di A. Mussini, 1915: la visione di S. Romualdo. CAPPELLA SS. EUCARESTIA. Sull’altare, Madonna col Bambino e S. Giovanni, ignoto del sec. XVI. CAPPELLA delle confessioni. Annunciazione di A. Soldaini, camaldolese, sec. XIX. Sulla paretea destra, tomba di Ambrogio Traversari con medaglione del Mussini, 1915. CAPPELLA S. ANTONIO. Terracotta di A. della Robbia, sec. XV. SAGRESTIA. Del sec. XVI di cui si conservano alcuni elementi lignei. Cattedra Pontificale in noce elegantementeintagliato, di A. Montini e L. Boncinelli, 1669. Sulla porta, tela di scuola G. Reni, secc. XVI-XVII. Nella nicchia, crocefisso attribuito al Giambologna. (Informazioni tratte da un cartello informativo del luogo).
sabato 24 settembre 2011
L'Eremo di Camaldoli nei boschi Casentinesi
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