domenica 23 maggio 2010

Monte Ocre da Forcamiccia


Oggi sono salita sulla cima Monte Ocre (2204 m). Finalmente quest'anno dopo due tentativi (uno, due) sfumati entrambi ad una cinquantina di metri dalla vetta, presso i Tre Bauzi (2150 m), sono riuscita ad arrivare su! Temevo un po' le ultime nevicate fuori luogo degli utimi giorni (qui il tempo è impazzito), ma ormai già si era squagliato tutto, e non c'è stato il minimo problema. Poco oltre Rocca di Cambio c'è una strada parzialmente asfaltata (segnata al suo ingresso da un cartello sentieristico del CAI) dove, finito l'asflato, inizia un sentiero che conduce alla località di Forcamiccia. Abbiamo lasciato le auto ad una altitudine di poco più di 1400 m. Forcamiccia è un punto di passaggio che collega il Piano di Campo Felice con l'Altopiano delle Rocche. Da lì il sentiero per arrivare su è davvero semplice e ben segnato. L'escursione di oggi, facendo parte del corso di escursionismo del CAI, aveva annessa una parte didattica: presso Settacque avevamo appuntamento con un ex membro del soccorso alpino, Paolo De Angelis, una persona che ho ammirato fin da subito. Ricordo di quando è venuto in precedenza a parlarci durante una lezione teorica, era la prima volta che ascoltavo l'esperienza di uno dei membri del soccorso alpino. Non parlava solo con le parole, ma anche con i gesti, le mani, e soprattutto con gli occhi. Quelli sono occhi che hanno visto di tutto. Lo capivo dallo sguardo e da come ci parlava, era testimone di cose orribili, cose che personalmente non vorrei mai vedere. Non esistono atleti o esperti o campioni: fulmini e valanghe non fanno distinzioni. Il pericolo bisogna conoscerlo (o intuirlo) solo per evitarlo. Basta una distrazione per sbagliare. Ricordo che dopo averlo ascoltato l'ho ringraziato tanto per avermi raccontato la sua esperienza, e lui mi ha detto, raccomandandosi ulteriormente, di non dare mai nulla per scontato, ma di anticiparmi sempre nei passi da fare, calcolando sempre quello che viene dopo. (Mentre mi diceva questo pensavo alla tecnica del gioco degli scacchi. Forse è proprio così che funziona. Anticiparsi sempre di quattro o cinque mosse per vincere. E in questo caso vincere significa semplicemente vivere). Ci ha fatto vedere come si presta un soccorso giusto per farci rendere conto di cosa generalmente si svolge in un contesto simile, ma solo per farci fare un'idea. Tuttavia una cosa importante ce l'ha insegnata, può sembrare scontata come cosa, ma non lo è per niente. È la prima regola del soccorritore, quella che dice Proteggi Te stesso. (Cioè se si vede una persona a terra, prima di vedere se è vivo o morto o svenuto, vedere se si può accedere lì senza mettersi in pericolo). Apprendere questo è già tanto, perchè evita ulteriori soccorsi... come dice lui, un incidente può succedere, due no. Quello del Soccorso è un tema molto ampio e complesso, ci vorrebbero mesi solo per apprenderne i meccanismi. Dopo aver salutato Paolo De Angelis continuiamo la salita per la cima di Monte Ocre (2204 m). La bellezza di quel luogo è indiscutibile. Arrivati su non trovavo più la corce storta che lo caratterizza, purtroppo è precipitata poco sotto la cima, puntandosi di testa. Per rimetterla a posto mi sa che ci vuole uno pratico. (La foto che ho messo sotto l'ho scattata il 28 luglio 2009). Abbiamo sostato poco lassù a causa della pioggia, ma nulla di preoccupante. E' stata una giornata davvero piacevole, dopo le ultime uscite basse dovute al tempo instabile, risalire un pò in quota è stato molto bello per me.

2 commenti:

  1. Penso sempre all'allegoria degli scacchi, in montagna come nella vita.
    Fermarsi al rapporto causa/effetto può essere limitativo.
    É ad una cascata di conseguenze che bisogna pensare, ognuna delle quali con delle variabili in eredità.
    Graficamente: una piramide il cui vertice è la nostra azione e sotto, o se preferisci sopra, tutte le possibili situazioni in progressione geometrica.
    Più si è bravi/esperti/intelligenti più lungimiranza si ha, e quindi, più possibilità di veder affermarsi la nostra volontà.
    Poi, come negli scacchi, può influire anche il fattore C.
    Quest'ultimo arriva sempre in modalità random, non prevedibile. Perciò è sempre bene non tenerne conto. ;-)

    Bella montagna l'Ocre, complimenti per il giro.
    Ciao

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  2. Sono d'accordo con te, non è solo in montagna che dobbiamo giocare a scacchi, ma anche nella vita.
    Mi hanno fatto molto effetto le esperienze che ci ha raccontato durante il periodo in cui prestava il soccorso... forse pure troppo visto quanto sono fifona, però è così... la prudenza non è mai troppa e si deve cercare di pensare a tutto (cosa non facile)...

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