mercoledì 9 giugno 2010

Piana del Voltigno per il Malepasso e la Valle Caterina


Tra le varie fioriture non potevamo perderci quella della Piana del Voltigno, in particolare andavamo alla ricerca specifica di un fiore, dell' Asphodelus albus. Omero nell'Odissea parla dell'Asfodelo come il fiore degli Inferi, perchè nasceva sui prati del regno dei morti: secondo la leggenda greca, oltre al Tartaro e ai Campi Elisi c'erano i Prati Asfodeli, il luogo dell'oltretomba dove risiedevano le anime di coloro che in vita non erano stati né buoni né cattivi. Lasciata la macchina presso il Rifugio Ricotta (1517 m), abbiamo intrapreso il percorso che segue la carrareccia che passa per il Malepasso e la Valle Caterina, fino ad arrivare al Vado di Focina (1383 m). La Piana del Voltigno da lì si è aperta ai nostri occhi, sempre immensa e bellissima. Abbiamo cominciato a percorrerla in lungo e in largo, tra un inghiottitoio e l'altro, alla ricerca dei fiori. Considerata la caratteristica del territorio, una valle potrebbe darsi per scontata, e invece no: dietro ogni angolo c'era un piccolo mondo da vedere. Abbiamo incontato corali di grilli e rane, un concerto campestre di mucche, e molti insetti particolari (addirittura dei bruchi kamikaze!). Ogni visione era come uno spettacolo separato: la Piana del Voltigno era un grande palcoscenico dove in contemporanea si svolgevano molteplici manifestazioni, tutte intervallate da anticamere
spaziali, fatte di aria, terra e cielo. Da lontano scorgevamo anche qualche solitario raccoglitore di funghi che, considerato il contesto, percepivo anch'esso come un'apparizione metafisica. Abbiamo camminato un bel pò prima di riuscire a trovare gli Asfodeli. Questo è
un fiore che ha ispiarato molti poeti e scrittori (Ugo Foscolo, Gabriele D'Annunzio, Oscar Wilde, Virginia Woolf...), appartiene ad un immaginario onirico in grado di contenere i sogni e la storia tramandata. È stato emozionante scoprire dietro le vallette finali del Voltigno queste distese di fiori: il loro profumo, così piacevole e delicato, veniva sottolineato dal calore del sole, che ne amplificava le note di testa, diffondendosi così nell'aria in maniera ancora più sublime. A tale bellezza si accostava anche quella delle Peonie che, in minore quantità, toccavano i prati con il loro rosa acceso e intenso. Sta per giungere l'estate, stanno cambiando i colori e i profumi. La terra si fa più calda e l'aria più dolce: presto verrano i frutti, l'esito di tutti gli atti d'amore indotti dalla primavera. Al ritorno, mentre ci infrattavamo nel bosco fuori sentiero (cosa che non si dovrebbe MAI fare), abbiamo scoperto anche un prato di menta selvatica (in vita mia non ne ho mai vista così tanta tutta insieme), il suo profumo si diffondeva nell'aria ad ogni nostro passo. Anche questa è stata una scoperta bellissima.

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