sabato 12 giugno 2010

Campo Pericoli dall'Osservatorio del Gran Sasso


Ultimamente ho rivisto le foto scattate questo inverno, e mi è venuta la nostalgia della neve, dei suoi manti bianchi e del suo silenzio. Avevo tanta voglia di tornare a sciare. Certo come cosa sapevo bene che era un pochino fuori stagione, però un posto per esaudire questo mio desiderio c’era (anche se non proprio da sci da fondo): a Campo Pericoli. Ho pregato Varenne di accompagnarmici. Lì dentro pareva che l’inverno volesse trattenersi ancora un po’, ammantando come meglio poteva i vari dislivelli che lo caratterizzano (ultimamente salendo su Corno Grande c’avevamo buttato un occhio). Lasciata la macchina al parcheggio dell’Osservatorio del Gran Sasso, ci siamoincamminati con gli sci sullo zaino, percorrendo la via Invernale. Arrivati al Duca, però, mi sono quasi lasciata prendere dallo sconforto: di neve ce n’era molta di meno, a distanza di dieci giorni se n’era squagliata proprio tanta, a causa dell’ultimo fortecaldo che fatto. Lo sconforto tuttavia è durato poco, in fondo c’erano ancora diverse lingue di neve che tessevano Campo Pericoli come un merletto: avremo sciato su quelle. I miei sci sono molto instabili per le pendenze ripide, perché hanno gliattacchi solo davanti (magari chi mi ha visto salire con quelli avrà pensato che sono una sciatrice estrema!), e la cosa ovviamente all’inizio mi ha condizionato molto, però poi, piano piano mi sono ripresa, scegliendo dei passaggi più adatti a me. Non abbiamotuttavia sciato molto, siamo arrivati giusto fino al Rifugio Garibaldi. In poco tempo il cielo ha cominciato a cambiare in maniera repentina, e le nuvole diventare sempre più nere, si percepivano in lontananza terrificanti rumori elettrici (e pensare che le previsioni davano tutto sole!!). Varenne mi ha incitato a muovermi, dovevamo andarcene via da lì il prima possibile! Non nascondo la grandissima paura che ho provato e la sensazione di non riuscire a reggere la fuga: risalire con gli sci di corsa fino a Sella di Monte Aquila è stata davvero tosta per me. Evitando le creste del Duca, abbiamo intrapreso la via di fuga più breve, per il Sentiero Estivo (c’erano anche altre persone per quella via, e i passaggi sulla neve avevano delle tracce ben marcate). Ho buttato un occhio al cielo e ho visto un fulmine scagliarsi su Monte Bolza. Terrore. Per fortuna l’aspetto elettrico ha interessato solo la zona di Castel del Monte, e a noi c’è toccata solo l’acqua! Grazie Dio! È proprio vero che il Gran Sasso ha un microclima tutto suo. È un massiccio incontrollabile.

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