Ho sempre sentito parlare benissimo del Rifugio di Coppo dell’Orso, situato al limite del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Ora che ci sono stata di persona ho potuto constatare questa cosa: il posto è stupendo, la gestione fantastica e l’accoglienza meravigliosa. Passato il paese di Villavallelonga abbiamo lasciato le macchine in uno slargo di fronte ad un fontanile molto grande che prende il nome di Tricaglio (1040 m). Da lì ci siamo incamminati in direzione di Fonte Astuni, dove sgorga un’acqua davvero buona. Tutto il percorso, fino al Rifugio di Coppo dell’Orso (1870 m), è stata una lunga salita che si inerpica in un bellissimo bosco di faggi. Ci vogliono sì e no 3 ore per arrivare su, e anche se la pendenza si faceva sentire abbastanza, tuttavia era piacevole perché il suolo su cui si camminava era quasi totalmente coperto da foglie secche che ammorbidivano il passo. Questa è la terra dell’Orso Marsicano, un animale stupendo che spero di non incontrare mai lungo il mio cammino. Poco prima di arrivare al rifugio abbiamo giustamente raccolto la legna per il fuoco, di certo non ci siamo incollati i ciocchi però almeno per accendere dovevamo provvedere. La legna pesante per il mantenimento della fiamma era già lì: una volta l’anno salgono a portarla con i muli, assieme alle altre cose necessarie per il rifugio. Ed è proprio con i muli che hanno provveduto a restaurare la piccola struttura: sul sito della sottosezione di Coppo dell’Orso ho letto che tale ricovero prima del 1980 era un rudere mezzo sfasciato senza porte né finestre, semidistrutto. Sono stati gli affiliati del CAI del posto a sistemarlo, trasportando tutte le cose necessarie: dalla rena all’acqua, al cemento, alle porte e finestre e via dicendo, sfruttando il viaggio di venti muli per portare tutto fin lassù. Hanno fatto davvero un lavoro eccellente. Dopo una brevissima sosta al rifugio riprendiamo il nostro percorso verso la cima di Monte Cornacchia (2003 m). Il tempo non era bello, e per questo avevo quasi intenzione di rimanere al rifugio, magari davo una mano a cucinare. Ma poi mi sono lasciata convincere a salire (anche facilmente), e sono felice di questa scelta. Sono montagne spoglie e pietrose, molto riflessive e belle. Assistono allo scontro dei venti della corrente della Vallelonga e della corrente della Valle del Liri: c’erano alcuni punti in cresta in cui soffiava talmente forte che quasi ti spostava. Arrivati in cima (2003 m) andiamo via subito, lassù proprio non si poteva stare, e poi i nostri amici di Coppo dell’Orso ci aspettavano al rifugio per pranzare tutti insieme! È stato un incontro toccante: non si sa quante cose buonissime ci hanno preparato, dalle pappardelle fatte in casa, ai formaggi del pastore della montagna di fronte (portate appositamente a piedi in mattinata), alla carne, al vino e al pane. È proprio nato un amore tra la Sezione dell’Aquila e quella di Coppo dell’Orso, e sono convinta che tutti, ma proprio tutti, avranno grande piacere a contraccambiare l’ospitalità, magari al Rifugio Panepucci. :-)
domenica 27 giugno 2010
Rifugio di Coppo dell'Orso e Monte Cornacchia da Villavallelonga
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