mercoledì 2 giugno 2010

Corno Grande dall'Osservatorio del Gran Sasso per le Creste del Duca, la Direttissima e il Canale Bissolati


Tutto avrei immaginato questo periodo, tranne che di salire sul Corno Grande (2912 m). Già dall'anno scorso mi hanno proposto più volte di andare, ed io ho sempre rinunciato per una sorta di forma di riverenza (è poco che vado in montagna, volevo percorrere altre strade prima di arrivare a quella). Anche lo scorso mese quando mi hanno proposto di salire per la Direttissima ho rinunciato per mancanza di fiducia (e ora so di certo di aver fatto bene): in tutto il contesto ho sempre pensato che se mai fossi andata su per quella via sarebbe stato con una persona veramente pratica. E così è stato. Lasciata la macchina vicino l'Osserervatorio del Gran Sasso (2135 m) ci siamo incamminati per la Via Invernale di Campo Imperatore, quella che sale dritta dritta per il Rifugio del Duca degli Abruzzi (2388 m), e da lì abbiamo fatto tutto il percorso in cresta fino a Sella di Monte Aquila (2335 m), continuando poi per il sentiero ben tracciato che porta alle pendici di Corno Grande. Giunti all'attacco della Direttissima, Varenne mi ha imbracato e messo in sicurezza in cordata, portavo casco, bastoncini, piccozza e ramponi, non mi mancava nulla. Da lì un passo dopo l'altro siamo arrivati su. Lungo tutto quel tragitto non pensavo assolutamente a niente, ero completamente concentrata sui passi che dovevo fare, uno dopo l'altro, affondando bene i ramponi e la piccozza (anche perchè lì proprio non si può sbagliare). E' davvero tanto una condizione di testa, senza concentrazione lì non si può proprio salire. Arrivati in cima (2912 m) siamo riscesi subito, passando
per il Canale Bissolati, il tempo non era dei migliori e prospettava anche pioggia nel pomeriggio. Ma tuttavia non abbiamo impiegato molto a fare tutto il giro. Anche in discesa siamo ripassati per le Creste che portano al Duca degli Abruzzi (2388 m), ripercorrendo così la Via Invernale. Finalmente all'Albergo di Campo Imperatore (2130 m) mi sono rilassata. Mentre eravamo al bar a brindare con una birra vedo un cartello che dà indicazioni sulla possibilità di visitare la camera 220, quella in cui dal 28 agosto al 12 settembre del 1943 fu tenuto prigioniero Benito Mussolini... Ne ho approfittato per dare uno sguardo, e devo dire che tanto prigioniero non era! Ora non vorrei dire una fesseria, ma a guardare le foto storiche dell'Operazione Quercia (quella con cui venne liberato dai tedeschi) si vede un aereo collocato in partenza presso le Fontari (a guardare le foto sembra quello il posto, ora non mi vorrei sbagliare)... ma come hanno fatto a farlo decollare da lì?! (Su questa cosa mi ci ha fatto riflettere Varenne)... È stata una bella giornata. Tornata a casa ho decompresso tutta la parte emozionale che durante il giorno avevo azzerato per rimanere concentrata, e sembra assurdo, ma mi sono sentita quasi in colpa, come se avessi azzardato un po' troppo, quasi mi vergogno a dirlo ma è stata la prima volta che ho usato piccozza e ramponi, e mi sono sentita un'incosciente per questo. La montagna ho sempre amato più contemplarla che sfidarla. Non la frequento per dimostrare la mia restistenza alla fatica, ma ci vado per ammirarla in ogni suo angolo di Paradiso, tutto il resto è conseguente a questo, è frutto di un mio adattamento. Come apprezzo una cima altrettanto apprezzo una vallata più accessibile, l'importante per me è avere un contatto diretto con la Natura. Ma a volte è necessario anche fare dei passi in avanti, certamente sempre con tutte le dovute precauzioni. Grazie Pietro, sei stato proprio bravo.

6 commenti:

  1. .........e tu eri quella tranquilla...... ma ti sei impazzita frà ? non e' che fra poco te ne vai sull'everest? comunque...... brava ammiro il tuo coraggio ..... sei mitica!!!!

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  2. addirittura!! no, ti assicuro che l'everest non mi ispira manco lontanamente (preferisco mille volte l'abruzzo!) :-)
    grazie alessio

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  3. Non posso che farti i miei complimenti.
    Bravissima.

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  4. Brava brava!!! Bello salire il ripido, ve'??? :-)
    Un po' meno a scenderlo a piedi. :-/

    Non devi sentirti "incosciente", semmai qualcuno avrebbe potuto pensarlo se t'avesse visto salire con sneakers e canotta! :-)
    Piccozza e ramponi, benché oggetti appuntiti e dall'aria minacciosa, non "fanno" il pericolo; invece aiutano, sono amici! Come il casco in moto o la cintura in auto.
    Perciò... niente sensi di colpa, evidentemente sei andata perché così dettava il cuore. Non c'è e non può esserci altro!

    Sul decollo del fantomatico aereo:
    Siamo già in tre.... scriviamo a Voyager??? :-)

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  5. grazie! grazie! ho già metabolizzato tutto e sono di nuovo pronta per andare :-)

    scrivere a voyager sarebbe un'idea, anche perchè non ci sono molte informazioni a riguardo.. secondo pietro quei piloti avevano le palle quadrate (perdona l'enfasi letteraria, ma sono parole sue).. però per quanto possano esser stati bravi è difficile capire come abbiano potuto fare..

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