martedì 6 aprile 2010

Monte San Franco versante Nord e Sud


Questo è un giorno molto particolare. Sono stata indecisa fino all'ultimo su cosa fare oggi. Giorni addietro ero rimasta d'accordo con Cavallo Pazzo sull'eventualità di salire su Monte San Franco con gli sci, perchè le scorse escursioni mi avevano invogliato ad andare oltre. Quando ieri ci siamo sentiti mi ha confermato l'uscita, dicendomi che sarebbero venuti con noi anche altri suoi amici scialpinisti, ma che tuttavia era una situazione tranquilla e fattibile... solo dopo ho saputo che erano tutti sciatori esperti di un certo livello (tra cui pure maestri e gareggiatori di scialpinismo!)... Le calde giornate di aprile ci davano la possibilità di trovare la neve solo nel versante a Nord, così lasciate le macchine nei pressi della sbarra che chiude la strada (che va al Rifugio Antonella Alessandri Panepucci), ci incamminiamo a piedi, ovviamente tutti con gli sci attaccati allo zaino. Io ero la pecora nera, l'unica con gli sci da fondo escursionismo. A parte Cavallo Pazzo che tira come un treno, anche gli altri non scherzavano, non vorrei dire una fesseria ma ci avremo messo su per giù una trentina di minuti ad arrivare al rifugio. Poco prima della fine del bosco la neve ci ha dato la possibilità di mettere gli sci. Andava tutto bene: ero caduta solo una volta. Svalicato il piano del rifugio riprediamo la salita per la Valle del Paradiso, sempre più ripida, e più salivo e più pensavo “come farò a scendere?”.. il contesto era diverso dal solito che conoscevo, non potevo pretendere né attenzione (né compassione) né tantomeno condizionare il gruppo... lungi da me poi l'idea di condizionare gli altri! (Non mi è mai piaciuta come cosa e non la farò mai!) quello era solo un mio problema. Sotto di noi ormai non c'era più neve, ma solo ghiaccio (non mancava molto alla Cresta di Rotigliano), e alle parole “ragazzi è caso che mettiamo i ramponi” ho realizzato che non ero proprio in grado di sostenere quella salita... non avevo gli sci da alpinismo, figuriamoci i ramponi! (tra l'altro mai messi in vita mia). Mi ero irrigidita troppo, non riuscivo a tenere il ghiaccio nemmeno di lama, cadevo sempre. Mi sono sentita piccola, inadatta, inadeguata e stupida solo per il fatto di aver pensato di riuscire a fare quel giro con la mia poca esperienza. Inotre mi sentivo ulteriormente mortificata se pensavo al gruppo che mi guardava dalla cresta e che aspettava. La montagna è una bestia nera, è bellissima quando si lascia assecondare, ma diventa crudele quando ti mette a confronto con le tue paure e i tuoi limiti. Chiamo il mio amico Cavallo Pazzo e gli dico che non avrei proseguito oltre, ma che sarei riscesa e andata via. Lui, vedendomi così, mi ha detto che sarebbe risceso con me, o che almeno mi avrebbe messo in sicurezza, capivo che si sentiva combattuto dal fatto che non voleva lasciarmi sola, e dalla responsabilità della guida del gruppo. Davvero proprio non potevo mandare all'aria l'escursione di sei persone per colpa mia. Gli ho dovuto dire che li avrei aspettati al rifugio per farlo andare con gli altri. Quando mi sono ritrovata da sola mi sono lasciata andare in un pianto liberatorio. Ma non era un pianto relativo solo al non esser riuscita a salire, dentro c'era di tutto, soprattutto l'ansia accumulata in questi ultimi giorni per la ricorrenza di oggi, un confronto con la realtà inevitabile. Ho pianto per tutta la discesa nel bosco, avevo proprio bisogno di sfogarmi. Solo quando sono arrivata alla macchina ho sorriso. Ero ancora più determinata a salire in cima. Senza nemmeno pensarci ho tolto le scarpe da fondo e ho messo gli scarponi da trekking. Sono andata verso il versante Sud di Monte San Franco, nei pressi del Ponte della Lama (1290 m). Parcheggio la macchina e comincio a salire. Era una di quelle condizioni assolute in cui non si sente niente e nessuno, e che anche se mentalmente mi domandavo dove diavolo andassi da sola, altrettanto mi rispondevo che quello che non dovevo fare, in fondo, già lo stavo facendo. Mi chiama Pietro (Cavallo Pazzo) per sapere dove fossi, appena gli dico dove sonomi dice di aspettarlo che sarebbe venuto anche lui. Non so quanto ci abbiamo messo da lì per arrivare sulla cima di Monte San Franco (2132 m), so solo che oggi volevo andarci e che ci sono arrivata.

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