sabato 10 aprile 2010

Anello di Monte Meta, Lago Sfondo e Rifugio Ricotta

Monte Meta (1784 m) è una delle cime dei contrafforti meridionali del Gran Sasso. Sembra un dente di squalo con la punta rivolta al cielo, ed è dotato di un'anticima che ne accresce ulteriormente la bellezza. Lasciata la macchina nei pressi del rifugio Ricotta (1517 m), abbiamo inizialmente seguito la carrareccia che porta in direzione della Valle del Voltigno, per poi lasciarla e tenere solo il riferimento visivo dell'anticima: la nostra intenzione era quella di eseguire il percorso in cresta. Quanti ginepri ci sono lì! Davvero il covo ideale delle vipere! (immagino a giugno che serpaio può essere quella zona...). La cima di Monte
Meta (1784 m) si raggiunge in poco tempo, sembra aggressiva perchè ripida, ma tuttavia è breve e fattibile; e la vista da lassù è spettacolare! Si gode sia la piana di Campo Imperatore che quella del Voltigno, con tutte le loro diversità messe a confronto. La bellezza del Voltigno sta soprattutto nei numerosi laghetti carsici che si vanno formano via via con lo scioglimento delle nevi. Intenzionati a scendere nella piana, per vederli meglio da vicino, siamo passati in mezzo al Bosco Carboniere, costeggiando la Valle della Cornacchia (lungo il tragitto c'è pure Fonte Cornacchiella e Fonte Cornacchia). Giunti a valle abbiamo proseguito fino al Lago Sfondo (1304 m), punto cruciale cartografico che segna il confine tra la provincia dell'Aquila e quella di Pescara (la parte Nord Ovest è aquilana, quella Sud Est pescarese), e pensare che è un laghetto piccolo piccolo. Dicono che abbia preso questo nome dalla notevole profondità che lo caratterizza (chissà se è vero o no...). Fatto il giro di boa abbiamo preso di petto la montagna in direzione della Zingarella, riprendendo la Valle Caterina, e proseguendo fino a chiudere l'anello con il Male Passo. Detto così, con la carta sotto mano, sembra facile, ma non lo è per niente perchè buona parte del bosco (fittissimo) è segnato male. Poco poco si sbaglia sentiero sono guai seri perchè non è facile orientarsi lì in mezzo. Uno dei pochi segni orientativi di riferimento (che mi sembra doveroso riportare) è costituito da un vecchio rudere (ormai poche mura a secco), di sicuro appartenuto a qualche carbonaio o boscaiolo.

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