Salivamo dal Ponte della Lama lungo la dorsale di Monte San
Franco, sotto il peso di un cielo coperto ma stabile e il vento caldo delloScirocco. I panorami erano velati, ma nonostante questo comunque bellissimi,
confusi tra sovrapposizioni di prospettive aeree in grado dialleggerirne le
visuali. I piccoli fiori di montagna ci donavano la bellezza di infiniti
microcosmi: in un ambiente apparentemente spogliocome quello l’attività frenetica
degli insetti, intenti a bottinarne il nettare, celebrava la vita. I profili
indecisi delle montagne custodivano iframmenti di neve come vaghi ricordi del
freddo, mente dal basso, nel fitto dei boschi, riecheggiava il canto del cuculo
a segnare la finedell’inverno. Seguivamo il filo di cresta al di sopra delle
Valli dell’Inferno e del Paradiso, per poi scendere nei prati sottostanti dovele peonie selvatiche tenevano ancora per sè la bellezza dei loro boccioli,
lasciando alla nostra immaginazione soltanto il potenziale del lorofascino. Ai margini del sentiero, sulla via del ritorno, alle pendici occidentali di Monte
San Franco, giaceva nell’ombra l’edicola rupestredella Madonna della Zecca, la
cui raffigurazione prendeva forma in una piccola statuina alloggiata in una
nicchia, ai lati di un modestosgrottamento, la cui collocazione era stata
celebrata dagli Alpini il 14 agosto 1955, ma che tuttavia risultava già preesistente.
giovedì 14 maggio 2020
Anello di Monte San Franco dal Ponte della Lama e per la Madonna della Zecca
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