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L’imbocco del Vallone di Santo Spirito
L’imbocco del
Vallone di Santo Spirito si scorgeva dietro il paese di Fara San Martino,
quella cavità diveniva come materia
misteriosa, in grado di separare la
montagna e fare allo stesso tempo da varco a suggestioni impensabili. Il cielo
di maggio
viveva della sua instabilità, aveva da poco smesso di piovere e
l’aria era pulita; i contrasti delle rocce traevano maggior risalto
da quella
nitidezza, tanto da divenire ancora più severi e taglienti. Quella colossale montagna
nascondeva l’accesso al suo grembo,
uno spiraglio tra rocce altissime in grado
di similare il portale di un tempio: quell’enorme cattedrale era il ventre
della montagna,
e tutta la sua area era zona sacra, terra di miracoli. Dall’alto
della Majella il cielo si caricava elettricamente, il suono roboante dei
tuoni
trovava una cassa di risonanza perfetta nel Vallone di Santo Spirito, tanto da
giungere fino a noi amplificato nell’estensione. Si
percepiva la supremazia
assoluta della natura e il sublime timore sotto quelle pareti altissime,
incupite dalle scure colate di bitume
e da quel cielo nero, che inquietava e
indagava l’animo umano sul perché i Santi scegliessero sempre come dimore quelle
più vicine
all’ignoto. All’ingresso delle gole vi erano gli antichi ruderi di
un monastero benedettino dedicato a San Martino, datato da molti
studiosi
intorno all’anno Mille. Secondo le testimonianze l’abbazia sorgeva sui resti
dell’antico cenobio del santo eremita, il quale
aprì le gole di persona per
permettere alla gente di Fara di risalire le sorgenti, raggiungere i boschi e
portare i pascoli in quota. Le
leggende si mischiavano con la pietra tanto da
renderla partecipe: i segni dei gomiti del santo si imprimevano a forza sulla
roccia, tanto da dare testimonianza del suo prodigio nell’aprire quell’ingresso.
brava..., sostantivi molto appropriati, si legano bene con la descrizione del luogo.
RispondiEliminaLuciano Pellegrini
Grazie Luciano, il luogo era davvero molto suggestivo, la supremazia della natura si leggeva su tutto, mi fa piacere di essere riuscita ad esprimermi
RispondiEliminaHo percorso il Vallone qualche anno fa quando ancora l'abbazia era sepolta dai detriti di una frana immane. Erano iniziati i lavoro di scavo da poco tempo. Cominciavano a scoprirsi le strutture superiori; ricordo la strana sensazione di calpestare una montagnola sapendo che sotto di te bastava rovistare e avresti trovato una chiesa. Tutta l'area, fino all'uscita del Vallone, era una cantiere aperto con passerelle in legno, scivoli di lamiera e argani per portare via tutta quella montagna di pietre e sassi. Ho visto passare, ma solo di sfuggita, anche Indiana Jones: è lì che cercava l'arca perduta.
RispondiEliminaFantastico, Sara! Mi piace molto il tuo blog così che ti ho aggiunto nel mio blogroll cosí i miei amici ti potranno visitare anche a te. Un blog molto interessante. Abbraccio. (Un luogo affascinante questo Vallone).
RispondiEliminaDimenticavo ... ero preparando un post su di Fara San Martino e penso che sia vicina a questo Vallone, giusto? Saluti!
RispondiEliminaSì sono vicinissimi, clicca sulla cartina e vedrai esattamente dove sono, la mappa è in scala 1:25000, quindi ogni quadrato corrisponde ad un km
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