lunedì 13 maggio 2013

Il Santuario di Ercole Curino


Il Santuario di Ercole Curino viveva in uno stato di silenzioso abbandono. L’erba incolta continuava a crescere liberando fioriture e coprendo le antiche mura italiche. La chiusura della strada d’accesso limitava non solo le visite ma anche lemanutenzioni necessarie, ogni cosa era lasciata a sé stessa, sotto le mani della natura che mano a mano si rimpossessava di tutto. Le mura che componevano l’antico santuario portavano dentro di sé una storia lontanissima, si affacciavano assieme alle maestosegradinate sulla conca di Sulmona, volgendo al cielo le tre terrazze. Sull’ultima di esse un antico mosaico di ispirazione ellenistica ritraeva il nuoto dei delfini, accompagnato dai colori vividi di vecchi affreschi. Il Santuario di Ercole Curino si trova ai piedi delversante occidentale del monte Morrone, a circa cinque km di distanza dalla città di Sulmona in località Badia. L´edificazione del santuario italico di Ercole Curino risale al IV secolo a. C. e venne parzialmente modificato dai romani nel I secolo a. C.. Fuseppellito da una frana nel II secolo a. C. e ben presto se ne perse il ricordo. Il sito venne invece identificato come ubicazione della villa del poeta latino Publio Ovidio Nasone. Nel 1957 - 58, gli scavi diretti da Valerio Cianfarani, nella convinzione di riportarealla luce l´abitazione natale del poeta latino, vedono emergere, invece, i resti dell´imponente santuario. Il Santuario di Ercole Curino era uno dei più importanti luoghi di culto dell´epoca romana, dedicato ad Ercole, dio protettore di sorgenti ed acquesalutari nonché dei mercanti. Si trova lungo la via che collega Roma, attraverso gli Appennini, con il mare; così come costituisce una sosta lungo il tratturo principale che, durante l´inverno, veniva percorso dai pastori abruzzesi verso le terrepiù calde della Puglia. Il santuario di Ercole Curino si articola su due terrazze. Sulla terrazza inferiore si trovano quattordici ambienti, probabilmente locali di servizio, che venivano comunemente denonimati poteche. Tutti gli ambienti presentanola traccia della volta a botte, tranne che ai due estremi, i quali fungevano da tromba per le scale che conducevano ai piedi della terrazza superiore. Qui si trovava un porticato in marmo colonnato con tre bracci, del quale resta un muro, e la gradinatache conduce al sacello. Su uno dei ventuno gradoni è rappresentato, in rilievo, un simbolo fallico che aveva una funzione apotropaica. La terrazza superiore del Santuario di Ercole Curino che ospita il Sacello, il quale risale al periodo fra ilII ed il I secolo a. C., presenta un donario in pietra per raccogliere le offerte ed una fonte. All´interno del tempietto nel santuario di Ercole Curino, perfettamente conservato probabilmente grazie alla frana che ha seppellito l´interocomplesso, le pareti sono decorate da pannelli stuccati policromi, mentre sul pavimento si può ammirare un mosaico di ispirazione ellenistica, che disegna un intreccio di tralci di vite, delfini, torri ed onde. Sulla soglia è disegnato un fascio di folgori,attributo di Giove. I preziosissimi reperti rinvenuti sono custoditi presso il Museo Archeologico Nazionale di Chieti. F.L. (Il testo riportato in corsivo è stato citato dal sito abruzzoturismo.it dove sono presenti maggiori dettagli ed informazioni).

Nessun commento:

Posta un commento