Il Santuario della Madonna d’Appari si incastonava nella roccia madre come un’estensione della natura. Tutto si inglobava e viveva in equilibrio con quella dimensione artificiale, come se la mano dell’uomo avesse compiuto quelle architetture nel pieno rispetto del creato. Il torrente Raiale scorreva tra il rigoglio dellepiante acquatiche, tra le edere arrampicate sulle pareti di roccia così addossate al suo letto. L’ombra fresca del pomeriggio vibrava del sottile scroscio dell’acqua, alcune foglie parevano flettersi a quel flusso, come se in qualche modo ne fossero accarezzate. L’interno della chiesa si esaltava dei colori di affreschimeravigliosi, mantenuti dall’amorevole cura di chi li tutelava, traspariva l’amore e l’appartenenza della gente del posto, come se quel legame invisibile e fortissimo si palesasse a chiunque l’ammirava. La chiesa della cosiddetta Madonna d’Appari è situata in posizione singolare quanto suggestiva a poca distanzada Paganica, nel cuore delle montagne abruzzesi, scavata nella roccia viva al di sotto di un piccolo traforo. L’appellativo “appari”, che accompagna la dedicazione alla Vergine, si lega ad una tradizione locale secondo cui la Madonna con il Cristo morto in grembo sarebbe appunto “apparsa” ad unapastorella, Maddalena Chiaravalle, mentre questa conduceva il gregge lungo le rive del torrente Rajale. I cittadini di Paganica costruirono allora un’edicola incastrata nel masso, addossandovi successivamente un piccolo tempio ed un ricovero. Lo spirito religioso è uno degli aspetti chemaggiormente caratterizza l’Abruzzo, espresso anche attraverso santuari rupestri, eremi, grotte ed abbazie collocati fra i monti pittoreschi in intimo legame con la natura circostante. La regione è stata infatti nel corso del tempo la meta prediletta dei monaci appartenenti agli Ordini religiosi più legati ai dettamipauperistici ed alla vita contemplativa, primi fra tutti i benedettini ed i francescani. Così la chiesa di Paganica, santuario di assidua frequentazione, ricavata con originalità ed ardimento fra le rocce multiformi che animano la valle ai piedi del Gran Sasso d’Italia, proprio nel punto in cui un grandemacigno sbarrava l’antico lago pleistocenico di Assergi. Il nucleo più antico del piccolo tempio risale verosimilmente ad un periodo posto a cavallo fra il XII e il XIII secolo, costituito da una struttura addossata alla pietra nuda identificabile in un’unica aula divisa in quattro campate, coperta da una volta acrociera ed affiancata dalla sagrestia. Nel corso del XIV e del XV secolo, come si evince dalle diversità costruttive e stilistiche, furono aggiunte altre tre campate e fu eretta la facciata attuale. Nel 1519 fu aperto l’ingresso rivolto verso il torrente; qualche anno dopo fu ricavata la finestra con le grate in corrispondenzadell’icona della Madonna e nel 1559 il corpo centrale della chiesa fu ampliato. Alla fine dell’Ottocento, per fronteggiare l’accresciuto afflusso di pellegrini, si operarono ulteriori restauri ed ingrandimenti; per il ricovero dei fedeli fu costruito anche un locale nel sottotetto, tanto che per poter garantire l’afflussodell’aria si dovette spostare il rosone dalla facciata. Nello stesso periodo fu ampliato anche il campanile affiancato al muro dell’ingresso e fu scavato un passaggio sul fianco destro della chiesa, per consentire di accedere direttamente dal piano del traforo al piccolo santuario. La chiesa non presenta arrediliturgici di lusso, in linea con lo spirito scarno ed essenziale che ne caratterizza anche l’esterno in conci di pietra squadrati. L’ornamento principale è dato dagli affreschi realizzati tra il XIV e il XV secolo, ad animare la rigida spazialità interna scandita da due grandi archi a tutto sesto: nel presbiterio è raffigurata laPassione di Cristo, nelle volte e sulle pareti della corsia centrale campeggiano episodi e personaggi vetero e neo-testamentari. Da segnalare sono inoltre la statua lignea della Madonna d’Appari, ascrivibile verosimilmente al XII secolo e la pregevole tela in capo all’altare del Rosario raffigurante la Vergine del SS.Rosario con il Bambino inquadrati dai quindici Misteri, realizzata nel 1596 da Pompeo Mausonio. (Informazioni tratto da un cartello affisso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali). Le fotografie dell’interno della chiesa sono state pubblicate per gentile concessione della Commissione che tutela il Santuario.
mercoledì 18 aprile 2012
Il Santuario della Madonna d'Appari
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