mercoledì 18 aprile 2012

Il sentiero per Collalto dalla Madonna d'Appari

Il sentiero che saliva dalla Madonna d’Appari sulla montagna si arricchiva della vista di tantissime qualità di piante, dai pini neri, alle roverelle, ai carpini e a molte altre specie, si veniva catturati da molteplici tonalità di verde. Il sottobosco ammantato dagli aghi dei pini secchi si rivestiva dell’insediamento distensivo delleedere, più salivamo e più lo scenario si staccava dalla roccia materna di quella gola, inabissando lo sguardo solo all’interno del bosco. Mano mano che salivamo nel molteplice gomitolo di sentieri scoprivamo la carrareccia che ci avrebbe condotto a Filetto, tra i ginepri e le ginestre, avevamo il preannunciodell’esplosione di fiori che presto lì ci sarebbe stata. All’inizio del sentiero, nei pressi del torrente Raiale, un cartello informativo descriveva le caratteristiche della Valle Appari in maniera completa, non tralasciando né l’aspetto geologico né tantomeno quello botanico.  La valle Appari si estende a nord-estdell’abitato di Paganica, lungo la S.S. 17 bis che collega L’Aquila con il Gran Sasso d’Italia. Il territorio è caratterizzato dalla presenza di una gola incisa tra formazioni calcaree solcate dal torrente Raiale, subaffluente del fiume Aterno. Il clima della valle che si estende in direzione N.E. – S.O., tra i 670 ed i 900metri sul livello del mare, è di tipo continentale, con inverni freddi ed estati siccitose. CARATTERISTICHE GEOLOGICHE. A livello geologico, la valle, in prossimità del torrente è caratterizzata dalla presenza di formazioni rocciose calcaree dure ad Est ed a Ovest è presente una copertura costituita daformazioni arenaceo-mamose. Il substrato geologico spesso molto permeabile porta allo sviluppo di fenomeni di carsismo con conseguente fitta circolazione idrica sotterranea che alimenta varie risorgive della corrente aquilana. CARATTERISTICHE BOTANICHE. Il sentiero parte da quota670 metri sul livello del mare nella zona adiacente il Santuario della Madonna d’Appari e si sviluppa in direzione Est attraversando una pineta di pino nero, frutto di un rimboschimento risalente ai primi anni 60, per raggiungere un altopiano caratterizzato dalla presenza di un pascolocespugliato che si estende fino all’abitato di Pescomaggiore e di Filetto. A livello vegetazionale, possiamo distinguere la flora presente lungo il sentiero in cinque entità geobotaniche diverse, distribuite tra i 670 ed i 900 metri. Nella parte iniziale del sentiero, lungo il Raiale e nei conoidi deiezione che degradanodalle formazioni rupestri verso il torrente, le formazioni arboree ed arbustive presenti risentono dell’azione del luogo. Accanto a piante tipicamente igrofile come il Pioppo Nero (Populus Nigra), l’Ontano Napoletano (Alnus Cordata), oppure come l’Orniello (Fraxinus Hornus), il Melo Selvatico (Malus Sylvestris), il Ciliegio(Prunus Avium), il Noce (Juglans regia), sono presenti esemplari di specie messe a dimora dall’uomo a scopo ornamentale, come la Tuia (Thuja Occidentalis), l’Agazzino (Pyracantha Coccinea), il Lillà (Syringa Vulgaris), l’Acero Necundo (Acer Necundo). Inerpicandosi lungo il sentiero in direzione Sud-Est, si raggiungela formazione rupestre che sovrasta la valle. Incastonata nelle rocce, attraverso un’attenta osservazione è possibile rinvenire esemplari di piante erbacee tipiche di questo micro ambiente come la Potentilla Caulescens la Campanula Fragilis e la Saxifraga Lingulata (Rif. Bib. Tammaro). Proseguendo lungo ilsentiero, nelle brevi radure situate nelle rupi e la sovrastante pineta è possibile osservare le tipiche formazioni cespugliose spontanee del pre bosco, costituenti il cosidetto mantello vegetazionale: trattasi del Ginepro Rosso (Juniperus Oxycedrus), Ginepro Comune (Juniperus Communis), Ginestra Comune(Spartium Junceum), Citiso a Fogli Sessuli (Cjtitus Sessifolius), Emero (Coronilla Emerus), Bosso (Boxus Semprevirens). Continuando il sentiero ci si addentra nel bosco costituito da una pineta di Pino Nero (Pinus Nigra), con mescolanza di specie tipicamente nesofite. La pineta è frutto di un rimboschimentoeffettuato nei primi anni 60, la cui finalità era la difesa idro-geologica della zona, soggetta a degrado in seguito ai precedenti tagli di piante effettuati con lo scopo di recuperare terreni per il pascolo. Nelle zone della pineta meno fitte di vegetazione si può notare come si stiano reinsediando  le formazioni arboree tipichedi boschi di latifoglie mesofile. È possibile infatti rinvenire l’Orniello (Fraxynus Ornus), il Carpino Nero (Ostrya Carpinifolius), la Roverella (Quercus Pubescens), l’Acero Montano (Acer Pseudoplatanus, l’Acero Opalo (Acer Obtusatum), il Melo Selvatico (Malus Sylvestris), il Perastro(Pyrus Pyraster), il Nocciolo (Coryla Avellana), la Sanguinella (Cornus Sanguinia), il Sorbo Montano (Sorbus Aria), il Sorbo domestico (Sorbus Domestica), il Sorbo degli Uccellatori (Sorbus Aucuparia), la Rosa Selvatica (Rosa Canina), il Biancospino (Crategus Oxyacantha). Il sentiero ad Est si ricongiunge con lastrada di campagna che sovrasta la valle e collega Paganica con Valle Verde. A livello vegetazionale la zona, situata intorno ai 900 metri s.l.m., è riconducibile alla cosiddetta “Gariga”, con presenza di specie erbacee annuali e perenni, nonché cespugliose, tipiche del Gran Sasso . le formazioni vegetalipresenti sono costituite maggiormente da graminacee come il Bromus Erectus, la Sesleria Nitida, la Stipa Capillata, la Festuca ovina, il Brachiopodum pinnatum, ma anche da altre entità botaniche come l’Astragalus Semprevirens e la Cenista Tinctoria (Rif. Bib. Tammaro). (Tratto da un cartello situato in loco, affisso dalla Parrocchia S. Maria Assunta Commissione Pro Santuario, con la collaborazione tecnico-scientifica dell’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura e l’Ambiente de L’Aquila).

1 commento:

  1. so' remastu ammutulitu...

    me parea che passu passu

    se sajesse a j'infinitu!
    Splendido posit e splendide parole non ne trovo più adatte

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