sabato 14 aprile 2012

Il Lago di Tempra e il Colle delle Rose

Le nuvole coprivano il cielo quasi in ogni zona, l’idea della pioggia ci direzionava verso i sentieri riparati dei boschi. I prati del Sirente lasciavano salire lo sguardo sulla montagna, fino amozzarsi con il contatto con le nubi, mentre dal basso la quiete dei pascoli stanziava intorno al meteorite: noi eravamo l’unico disturbo per quelle bestie, che incuriosite ci guardavano passaresenza muoversi. L’aria era umida, la terra aveva già raccolto gran parte della pioggia impregnando le sue foglie secche, manifeste più di un autunno inoltrato che di una precoce primavera. Alcunialberi trattenevano ancora il fogliame sbiadito dagli effetti della clorosi, l’azoto ormai si era completamente dissolto, lasciando solo il ricordo dell’anno passato. Il lago di Tempra si scopriva tragli alberi e le fratte dei prugnoli, la sua conformazione ordinata e artificiale si stagliava nel verde dell’erba rinnovata, così viva ed esaltata dall’aria pulita dalla pioggia, che animava con le suegocce la superficie del piccolo lago. La strada si snodava in sentieri e mulattiere, non avevamo una destinazione precisa, camminavamo con lo sguardo predisposto ad ammirare ognicosa, soprattutto la bellezza di quella natura selvaggia. Le infiorescenze dei carpini mostravano al vento tutta la loro dolcezza, mentre dal basso della terra i cespugli di ginepro e di prugnolo inasprivano il passaggio.

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