mercoledì 24 agosto 2011

I laghetti di Fié

A breve saremo partiti, lasciavamo i meravigliosi scenari dello Sciliar e dell’Alpe di Siusi per andare a Dobbiaco, alla scoperta della Val Pusteria e delle Dolomiti di Sesto, ma prima di andare mi veniva fatto un altro regalo: la visita dei Laghetti di Fié.L’eccellente gestione del posto amplificava un luogo già bello di suo, rendendolo fruibile al massimo, ma mantenendo al contempo un saldo rapporto con la Natura. Ammiravo moltissimo la gente del Nord, ma soprattutto invidiavo il loro senso civico per il benecomune che gli permetteva di gestire i loro paradisi. Nessuno lì si permetteva nemmeno di buttare una carta per terra, sono certa che la gente stessa del posto avrebbe fermato chiunque mancasse di tale rispetto. E infatti lì le strade erano tutte pulite, perfette,bellissime. I Laghetti di Fié si mostravano come due specchi, uno pronto ad accogliere i bagnanti, l’altro adibito per la pesca. Le trote affioravano a pelo d’acqua scivolando nel loro regno, mentre altrove fiori di ninfea ne ricamavano la superficie. Sulla riva,alcune barche richiamavano ad una visione romantica in attesa di coppie di amanti, mentre il vocio della gente si mescolava alle risa dei bambini, ancora attutite nelle prime ore del mattino. A malincuore dovevamo partire in direzione Nord-Est, erodispiaciuta di lasciare tutta quella bellezza, ma al contempo ero entusiasta di scoprirne altra, di certo unica anch’essa.

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