Il mattino regalava colori straordinari, carichi di luce e di quiete estiva. Il Lago di Provvidenza vestiva la sua superficie con alcuni rami venuti giù dall’ultimo maltempo, mentre per il resto davacorpo al riflesso della volta del cielo. La lunghissima carrareccia che saliva la Valle del Chiarino si dimenava in salita per diversi chilometri, mantenendo di continuo l’unica prospettiva del bosco:era quella la parte più noiosa del giro che avevamo intenzione di fare, ma non c’era altro modo che farla a piedi per salire su Monte Corvo da questo versante. Il cielo si modificava in una instabilitàincerta, vedevamo formarsi agglomerati di nuvole sopra il Lago di Campotosto e successivamente venire verso di noi per proseguire poi oltre, in direzione di Corno Grande, dove, in zone senza vento,si incanalavano verticalmente convertendosi in cumulonembi. Poco dopo lo Stazzo delle Solagne, una pioggia improvvisa, breve ma intensa, ci impediva di proseguire, scaricando fulmini nellaparte più centrale del Gran Sasso, molto oltre da dove ci trovavamo noi, ma tanto bastava a farci fermare. Non so quanto tempo siamo rimasti lì, forse una o due ore, di seguito sdraiati sulprato ad osservare come si formavano le nuvole e le loro direzioni. Aspettavamo che tutto passasse anche altrove per poter riprendere il percorso in maniera tranquilla. Ma ormai il torporedi un pomeriggio di mezza estate ci aveva fatto talmente tanto rilassare da farci cambiare intenzione, saremo rimasti un altro po’ lì, ad osservare il cielo, sdraiati per terra, ad ammirare alcune delle parti più morbide del Gran Sasso.
lunedì 15 agosto 2011
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