venerdì 26 agosto 2011

Einser - Cima Una dalla Val Fiscalina

Lo sguardo percorreva la Val Fiscalina, lasciandosi accarezzare dal verde intenso dell’erba. Le pareti verticali delle Dolomiti diSesto interrompevano ogni prospettiva orizzontale: tutto saliva, prima si distendeva e poi si sollevava, nobilitandosi al cielo e airaggi del sole. La frana di Cima Una imponeva il peso della montagna, dandone l’imperativo del suo valore assoluto: la suaparete verticale si drizzava ripida fino in cima, toccando il cielo e l’oltre, perdendosi tra le nuvole e l’altrove. Il sentiero serpeggiavain un percorso frequentato da molti turisti provenienti da diverse nazionalità, ma mai ne avrei immaginate così tante presso ilRifugio Locatelli davanti le Drei Zinnen, le Tre cime di Lavaredo. Tantissimi idiomi differenti si fondevano con il suono del vento, inuna voce unica che scivolava verso Sud. Il cappello di alta pressione regalava all’Italia davvero giornate splendide di cui inmolti approfittavano. Il nostro percorso riprendeva per vie più solitarie, costeggiando laghetti e circhi glaciali, tra scorciincantevoli, ghiaioni e rocce affilate. Il candore duro della pietra era ammorbidito dai papaveri gialli di montagna, che con la lorodelicatezza suggerivano poesia e memoria di altri tempi: quei fiori si rinnovavano su percorsi impossibili, vissuti un tempo daisoldati della Prima Guerra Mondiale. Le vecchie trincee dismesse, con i ripari nascosti e i passaggi segreti, raccontavano unadattamento disumano dell’uomo nei confronti della Natura. Adesso ai miei occhi tutto era assolutamente bellissimo, ma dicerto un tempo non lo era per quei soldati, che sicuramente sognavano solo la loro casa, scaldandosi il cuore con il ricordodella persona amata. Quelle pietre trattenevano ancora la memoria degli uomini andati perduti, erano parole sollevate dalvento, sottili e sussurrate, planavano costeggiando la terra per poi perdersi in un salto, nel vuoto abissale del cielo. Quella montagnaera come una cattedrale, la sua parte sommitale si conteneva in un perimetro sacro che come cupola aveva la volta del cielo.
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