Quando ero piccola quasi tutta questa vallata era rivestita da campi di grano. Qui mia nonna teneva una minuscola casetta di campagna dove eravamo soliti passare le domeniche. Ricordo soprattutto le giornate d’estate, quelle calde e riarse dal sole, che facevano brillare d’oro tutto quel giallo. Mi piaceva tanto insinuarmi tra le spighe altissime, tra papaveri e fiordalisi, tracciando passaggi bassi di nascosto dall’occhio dei contadini. Quello che c’era sotto quelle spighe era davvero un altro mondo,abitato da fiori diversi e insetti stranissimi. Ancora ho memoria dell’odore dell’erba medica, quando andavamo a caccia di cimici rosse e farfalle. Spesso andavamo sul bordo del fiume, solo per il gusto di attraversarlo, passando in equilibrio sui sassi da guado, quando era possibile. Ricordo di quando in quel luogo vidi per la prima volta un lupo (di sicuro era un cane) e di come pensai e ripensai a questo incontro come una sorta di evento straordinario rivestito da chissà quale significato. (Sogno tanto adesso,figuriamoci allora!). Con l’esondazione del Fiume Aterno mi sono recata lì per vedere la situazione e la casetta di mia nonna. Il livello dell’acqua ha trasbordato in maniera esorbitante, non interessando solo le prossimità del fiume, ma l’intera vallata. Di danni purtroppo ce ne sono stati tanti, ma quello che mi dispiace di più è rivolto alle persone che in quel luogo hanno trovato dimora a seguito del terremoto, costruendo, sopra quelle terre, delle piccole case di legno. La potenza della Natura è spaventosa.
mercoledì 1 dicembre 2010
Il Fiume Aterno e l'esondazione a San Vittorino
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Tu ti ricordi... bè io coi miei molti anni....
RispondiEliminaQuando rivedo i pochi papaveri che si salvano sui cigli dai diserbanti, il grano, per noi da piccoli era la certezza di mangiare.Amore verso la campagna,i suoi prodotti, la natura.....E per chi resiste nelle campagne con tante avversità e l'indifferenza del potere.