Rocca di Cambio è il comune più alto dell’intero Appennino, la sua altitudine è di 1434 metri sul livello del mare. Il nome così particolare lo prende dalla montagna che lo sovrasta, Monte Cagno, con un’evoluzione di forma: è di fatti possibile che prima ilpaese si chiamasse proprio Rocca di Cagno (tra l’altro gli abitanti prendono il nome di roccacagnesi). Mi aveva sempre incuriosito tanto la disposizione di quel rilievo con quell’abitato, mi dava modo di pensare a quanto fosse forte il legame che lo unisse allasua gente, vista la maniera in cui era posizionato, come se fosse la protezione di un atteggiamento materno. Questa era la terza volta che tentavo di salire su quel crinale, le altre due avevo semplicemente rinunciato, una volta a causa della neve, ed unavolta a causa della nebbia. Oggi però si poteva fare, anche se la condizione del vento non disponeva la massima godibilità del giro. L’aria era fredda e sapeva di neve. La volta del cielo era azzurra e illibata, perché le nuvole erano solo sotto di noi. Mi piacetanto l’illusione di associarle al mare, quando l’impressione è quella di vedere le montagne galleggiare, poiché situate più in alto di quella consistenza. E così era la vista del Gran Sasso, una imponente mole maestosa al di sopra di un sottileequilibrio precario. Leggerissimo. Mano mano che salivamo il vento si moderava in forte, tanto da farci percepire anche meno di dieci gradi sotto zero. L’intenzione era quella di proseguire fino a Monte Ocre, davvero poco distante da lì, in modo da godere dellavisione di cresta. Ma il vento ci spostava e ci tormentava troppo per farci provare piacere a fare quel tragitto. Torniamo indietro, trovando un attimo di pace in un’insenatura tra rocce esposte a Nord, non avevo mai assistito ad una bufera di vento (e io checredevo che esistessero solo le bufere di neve!! Maledetta ignoranza). Mano mano che scendevamo le temperature si rialzavano e il vento perdeva d’intensità, fino a moderarsi di nuovo in una condizione sostenibile. Mi era piaciuta molto la vistache si godeva da lassù, vedevo bene la condizione di Campo Felice, e il suo innevamento. Di ritorno al paese, la sorpresa più bella è stata quella di veder scendere su di noi dei timidi fiocchi di neve che, nell’incertezza e senza saperlo, venivano incontro ai miei desideri.
domenica 12 dicembre 2010
Monte Cagno da Rocca di Cambio
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"Terre battute da venti infuriati, dai monti sereno incanto splendente di sole e di bianco, dense e sfumate nuvole di piombo grigio, verde ed intenso blu: colpo d'occhio rotondo...colpo d'occhio rotondo..."
RispondiElimina"Le nostre montagne più che di preghiere, risuonano delle urla inconsulte e dei frivoli chiacchiericci dei salitori, mentre rumori infernali, provenienti dalle pianure, turbano la quiete ed il sacro silenzio delle altezze!"
da - La montagna dell'anima -
Buone feste
UAU
RispondiEliminabellissima citazione!!
tantissimi auguri a te e a chiunque la pensi come te
:-)