lunedì 8 aprile 2013

Viaggio in moto nelle terre dell'antica Sabina - L'Eremo di San Cataldo a Cottanello, il Castello di Catino e l'Abbazia di Farfa

Scoprivamo in moto le terre dell’antica Sabina, alla ricerca di un assaggio di primavera. Tanti paesi si arroccavano sui loro promontori difensivi, guardando dall’alto le vallate sottostanti grazie al predominio della propria posizione. Quelle terre un tempo erano appartenute ai più valorosi guerrieri ambiti da Roma, avevano visto conflitti e scontri sanguinosi, avevano vistol’onore e il riscatto nella più antica storia del centro d’Italia. I millenni erano scivolati su quelle terre bellissime, ormai rivestite da uliveti e folte vegetazioni. I paesi si collegavano tra loro attraverso lunghe strade immerse nella natura, poco trafficate e aperte su affacci panoramici di grande bellezza. Nei pressi di Cottanello scoprivamo l’antico eremo di San Cataldo, incastonatonella roccia, talmente ben inserito da sembrare esso stesso frutto della mano della Natura. La piccola cappella è lunga 6 metri e larga 3,35. Su due pilastri di ingresso si trovano le pitture di santi probabilmente Sant’Agostino e San Tommaso d’Aquino. Anche il primo vano era tutto pieno di pitture di santi ma queste sono in gran parte distrutte. A sinistra di chi entra si ammira unmagnifico affresco del secolo XII di stile bizantino. L’affresco riproduce il Redentore, sorreggente una croce con la mano destra benedicente con la palma sinistra aperta, alla maniera greca, seduto su un alto seggio; a destra e a sinistra del seggio sono riprodotti gli apostoli in manti rosei, disposti su due file, ciascuna di tre. Sotto gli apostoli di destra sono raffigurate duebelve che si affrontano; sotto il seggio del Redentore e sotto gli apostoli di sinistra si allineano le sei sante. A destra le sei sante sono precedute dall’Offerente della pittura che leva le mani supplici al Redentore. La ieraticità, l’atteggiamento assorto di quelle figure, distaccate e lontane dalle cose del mondo, esercitano sull’osservante una suggestione profonda e ispiranoun naturale rispetto. Il Redentore porta impresso sul ginocchio destro il “TAU” segno biblico di salvezza che prefigura la croce, dipinto a tempera in età successiva a quella in cui furono eseguiti gli affreschi, che a detta degli esperti in materia, sarebbe stato apporto da San Francesco in uno dei suoi frequenti viaggi. Il santo ovunque sostasse si sceglieva un romitorio roccioso edifficilmente accessibile, ove si raccoglieva in meditazione e preghiera. Un altro affresco rappresenta la Vergine col bambino che rimonta al 1443, mentre nella volta a crociera della cappellina, sono istoriati affreschi di epoca posteriore e di stile barocco rappresentanti l’espulsione di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre. (Notizie tratte da un cartello informativo delluogo). Il viaggio riprendeva in direzione di altri paesi, ne scoprivamo tanti, uno più bello dell’altro, custoditi dalla riservatezza degli abitanti. Tra questi visitavamo a piedi il piccolo borgo di Catino, il castello che lo sormontava meritava di essere guardato da vicino. Le vie del piccolo paese salivano in direzione del maniero tenendo strette le tante piccole case che locomponevano. I vicoli vivevano il profumo delle fresie e di tutti i fiori possibili che potevano esser contenuti nei vasi, mischiati ai buonissimi odori che provenivano dalle cucine. Nonostante non incontrassimo nessuno lungo la via sentivamo la vita dietro le porte e le finestre, sentivamo i pochi residenti che vigilavano sul proprio abitato. Una dolina carsica di forma circolare. La Roccaè posizionata sul fianco sud, una parete verticale di roccia compatta. La Torre alta più di venti metri, pentagonale, con il vertice acuto a nord-est. E' perfettamente conservata al netto della parte apicale. Costruita con pezzame di pietra a fitta tessitura muraria talvolta avvicendato con blocchi di maggiori dimensioni, con spigoli perfettamente regolari di pietrascalpellinata, si restringe leggermente verso la vetta per successivi quattro livelli. Mentre sono ben conservate la Torre, la cortina sul lato est e i due torrioni d'angolo, lo stato di rudere della parte restante della Rocca e le alterazioni subite sollecitano diverse letture riguardo l'architettura e l'impianto. Un fortilizio come si presume fosse quello di Catino può giustificarsi solo conla funzione di assolvere un compito militare di grande contenuto strategico. Alla Rocca e tutto concentrato sulla ripida parete rocciosa di sud-ovest della dolina, si aggiunse il borgo il cui impianto urbanistico conserva fedelmente la struttura primitiva a parte le modificazioni edilizie intervenute nel tempo. Nel panorama locale, tali resti sono assolutamente unici pertipologia fortificatoria dell'impianto, l'accuratezza costruttiva, per l'immagine di potenza che suggeriscono in quel sistema di simboli tipicamente medievale e lo stato di conservazione. (Notizie tratte da qui). La moto ci permetteva di concepire il viaggio stesso come meta, ci spostavamo con piacere attraverso strade poco trafficate, alla scoperta di luoghi nuovi ai nostriocchi. La bellissima e famosa Abbazia di Farfa era l’ultima tappa del nostro viaggio improvvisato, il lunedì mattina ce la faceva scoprire nel silenzio religioso cha meritava un luogo tanto sacro quanto importante.

2 commenti:

  1. Che grande articolo! Grazie per la condivisione. Tu sai che io sono molto interessato a tutte queste città che avete laggiù in Italia per trasmettere loro nel mio blog, perché li trovo affascinante, così pieni di bellezza e di storia. Apprezzo la pubblicazione. Ci penserò su di loro per le mie future pubblicazioni. Abbraccio.

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