Scoprivamo in
moto le terre dell’antica Sabina, alla ricerca di un assaggio di primavera.
Tanti paesi si arroccavano sui loro promontori difensivi, guardando dall’alto
le vallate sottostanti grazie al predominio della propria posizione. Quelle
terre un tempo erano appartenute ai più valorosi guerrieri ambiti da Roma, avevano
visto conflitti e scontri sanguinosi, avevano vistol’onore e il riscatto nella
più antica storia del centro d’Italia. I millenni erano scivolati su quelle
terre bellissime, ormai rivestite da uliveti e folte vegetazioni. I paesi si
collegavano tra loro attraverso lunghe strade immerse nella natura, poco
trafficate e aperte su affacci panoramici di grande bellezza. Nei pressi di
Cottanello scoprivamo l’antico eremo di San Cataldo, incastonatonella roccia, talmente
ben inserito da sembrare esso stesso frutto della mano della Natura. La piccola cappella è lunga 6 metri e larga
3,35. Su due pilastri di ingresso si trovano le pitture di santi probabilmente
Sant’Agostino e San Tommaso d’Aquino. Anche il primo vano era tutto pieno di
pitture di santi ma queste sono in gran parte distrutte. A sinistra di chi
entra si ammira unmagnifico affresco del secolo XII di stile bizantino.
L’affresco riproduce il Redentore, sorreggente una croce con la mano destra
benedicente con la palma sinistra aperta, alla maniera greca, seduto su un alto
seggio; a destra e a sinistra del seggio sono riprodotti gli apostoli in manti
rosei, disposti su due file, ciascuna di tre. Sotto gli apostoli di destra sono
raffigurate duebelve che si affrontano; sotto il seggio del Redentore e sotto
gli apostoli di sinistra si allineano le sei sante. A destra le sei sante sono
precedute dall’Offerente della pittura che leva le mani supplici al Redentore.
La ieraticità, l’atteggiamento assorto di quelle figure, distaccate e lontane
dalle cose del mondo, esercitano sull’osservante una suggestione profonda e
ispiranoun naturale rispetto. Il Redentore porta impresso sul ginocchio destro
il “TAU” segno biblico di salvezza che prefigura la croce, dipinto a tempera in
età successiva a quella in cui furono eseguiti gli affreschi, che a detta degli
esperti in materia, sarebbe stato apporto da San Francesco in uno dei suoi
frequenti viaggi. Il santo ovunque sostasse si sceglieva un romitorio roccioso
edifficilmente accessibile, ove si raccoglieva in meditazione e preghiera. Un
altro affresco rappresenta la Vergine col bambino che rimonta al 1443, mentre
nella volta a crociera della cappellina, sono istoriati affreschi di epoca
posteriore e di stile barocco rappresentanti l’espulsione di Adamo ed Eva dal
paradiso terrestre. (Notizie tratte da un cartello informativo delluogo). Il
viaggio riprendeva in direzione di altri paesi, ne scoprivamo tanti, uno più
bello dell’altro, custoditi dalla riservatezza degli abitanti. Tra questi
visitavamo a piedi il piccolo borgo di Catino, il castello che lo sormontava
meritava di essere guardato da vicino. Le vie del piccolo paese salivano in
direzione del maniero tenendo strette le tante piccole case che locomponevano.
I vicoli vivevano il profumo delle fresie e di tutti i fiori possibili che
potevano esser contenuti nei vasi, mischiati ai buonissimi odori che provenivano
dalle cucine. Nonostante non incontrassimo nessuno lungo la via sentivamo la
vita dietro le porte e le finestre, sentivamo i pochi residenti che vigilavano
sul proprio abitato. Una dolina carsica
di forma circolare. La Roccaè posizionata sul fianco sud, una parete verticale
di roccia compatta. La Torre alta più di venti metri, pentagonale, con il
vertice acuto a nord-est. E' perfettamente conservata al netto della parte
apicale. Costruita con pezzame di pietra a fitta tessitura muraria talvolta
avvicendato con blocchi di maggiori dimensioni, con spigoli perfettamente
regolari di pietrascalpellinata, si restringe leggermente verso la vetta per
successivi quattro livelli. Mentre sono ben conservate la Torre, la cortina sul
lato est e i due torrioni d'angolo, lo stato di rudere della parte restante
della Rocca e le alterazioni subite sollecitano diverse letture riguardo l'architettura
e l'impianto. Un fortilizio come si presume fosse quello di Catino può
giustificarsi solo conla funzione di assolvere un compito militare di grande
contenuto strategico. Alla Rocca e tutto concentrato sulla ripida parete
rocciosa di sud-ovest della dolina, si aggiunse il borgo il cui impianto
urbanistico conserva fedelmente la struttura primitiva a parte le modificazioni
edilizie intervenute nel tempo. Nel panorama locale, tali resti sono
assolutamente unici pertipologia fortificatoria dell'impianto,
l'accuratezza costruttiva, per l'immagine di potenza che suggeriscono in quel
sistema di simboli tipicamente medievale e lo stato di conservazione.
(Notizie tratte da qui). La moto ci permetteva di concepire il viaggio stesso
come meta, ci spostavamo con piacere attraverso strade poco trafficate, alla
scoperta di luoghi nuovi ai nostriocchi. La bellissima e famosa Abbazia di
Farfa era l’ultima tappa del nostro viaggio improvvisato, il lunedì mattina ce
la faceva scoprire nel silenzio religioso cha meritava un luogo tanto sacro quanto
importante.
lunedì 8 aprile 2013
Viaggio in moto nelle terre dell'antica Sabina - L'Eremo di San Cataldo a Cottanello, il Castello di Catino e l'Abbazia di Farfa
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Che grande articolo! Grazie per la condivisione. Tu sai che io sono molto interessato a tutte queste città che avete laggiù in Italia per trasmettere loro nel mio blog, perché li trovo affascinante, così pieni di bellezza e di storia. Apprezzo la pubblicazione. Ci penserò su di loro per le mie future pubblicazioni. Abbraccio.
RispondiEliminagrazie a te! :-)
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