Il cielo si
caricava della fitta presenza di nubi, spesso inclini a continue
precipitazioni. Il bosco di Castelrotto ci proteggevasotto la stretta tessitura
dei suoi rami, lasciando filtrare l’umidità in manifestazioni di nebbia svaporata, disposta più a conferiremistero che a disorientare. La leggenda delle streghe viveva in quei boschi di
alberi altissimi, dove le piante compivano veri e proprislanci verticali alla
ricerca della luce. Alcuni sedili in pietra ne rievocavano il mistero,
accrescendo di molto il proprio valoregrazie al contesto naturalistico
circostante: ogni cosa appariva incantata come sotto l’attrattiva seduzione compiuta
da unamegera. Il fondo del sottobosco si ammantava di morbide distese di
muschio impreziosite dai fiori dell’erba epatica, scoprendosisolo lungo la via
del sentiero, ordinato e inconfondibile, che ci guidava nei nostri itinerari. Le
radure sommitali si aprivano alcielo lattiginoso, la neve ghiacciata segnava
il limite del nostro cammino, suggerendoci percorsi più bassi. Il laghetto
artificialedi Marinzen specchiava a tratti i riflessi delle montagne sbiadite
nella nebbia, la sua superficie viveva i giochi d’espansione dellegocce d’acqua,
dove ognuna cercava l’altra attraverso l’estensione di anelli concentrici. La quiete
dei pascoli di altaquota vedeva distese immense di verde, le piante compivano
tutte i propri miracoli, con la vita che rifioriva attraverso le gemme più
preziose.
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Belle foto e bel posto! Complimenti e grazie per la pubblicazione. Saluti
RispondiEliminagrazie a te!
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