domenica 14 aprile 2013

Anello di Rocca di Cambio per un canalino di Monte Ocre e la cresta di Monte Cagno

La montagna si vestiva delle due facce della primavera, i lati esposti a Sud si innescavano della nuova vita della vegetazione dimontagna, mentre a Nord tutto appariva ancora serrato nelle mani dell’inverno. Dove giungeva il calore del sole la neve siscioglieva e dava spazio alla fioritura dei crochi, spesso lambiti dai piccoli ruscelli di scolo generati dal disgelo. La zonadell’Acquazzese appariva come una terra mista, un luogo ibrido del transito delle stagioni dove si trovava di tutto, dalla neve allefoglie secche e all’erba rinnovata. I tanti canali a Nord di Monte Ocre si riempivano di neve trasformata ormai da tempo, alcunitenevano in grembo lo scivolo di piccole slavine, mentre altri tenevano in testa corone di cornici ghiacciate. Un passo dopol’altro il paesaggio cambiava sotto i nostri occhi: più salivamo di quota e più il nostro sguardo scrutava a valle alla ricerca divisioni orizzontali. Sulla cima, i ripidi pendii si smorzavano lungo il crinale roccioso, la primavera aveva scoperto il filo di cresta,rimarcando in questo modo il profilo della montagna. Molte delle vallate sommitali continuavano a coprirsi di neve, quel mantoesitava a scoprirsi nei punti di maggior accumulo, donando all’orizzonte il ricamo di superfici maculate. Il bordo rocciosodella cresta di Monte Cagno viveva l’equilibrio in bilico di enormi cornici di neve, alcune si erano addirittura staccate sotto i nostriocchi, dandoci così la possibilità di ammirare lo straordinario spettacolo della forza della Natura.

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