Il sito archeologico
di Pietrabbondante beneficiava della bellezza delle campagne molisane: distese
immense di verde correvano lungo tutti gli orizzonti lasciando emergere i
piccoli paesi del territorio arroccati sulle proprie rocce. Ogni piccolo
abitato erafiglio di terra scarnificata, la roccia veniva fuori come un’ossatura
di sostegno, in grado di animare la terra come un essere vivente, mentre tutto
il resto era morbidezza: lo sguardo
scivolava tra avvallamenti e piccoli rilievi, fino a perdersi in quella naturaquasi
del tutto incontaminata. Tra antiche pietre e mura megalitiche si rinnovava l'incanto della primavera, distese di margherite porgevano al vento la propria
bellezza, custodita dai filamenti d’erba nel pieno della vita, l’immortalità
era altrove, tracapitelli, arcate e antiche strutture. Correvano millenni tra
noi ed i nostri antenati, eppure tutte le distanze si smorzavano nella stessa
considerazione di un luogo tanto importante. Il santuario di Pietrabbondante non rappresenta semplicemente il
maggiorecomplesso architettonico del mondo sannitico e non ebbe soltanto una
funzione religiosa: era infatti direttamente controllato dai magistrati supremi
dello stato e – accanto alle cerimonie di culto - vi si dovevano svolgere anche diverseattività di natura pubblica. Le sue origini risalgono almeno al IV secolo a.C.,
quando venne impiantata un’area quadrata delimitata da muraglioni di blocchi
irregolari, ancora riconoscibile tra il tempio grande ed il teatro. Si conosceimperfettamente anche una successiva sistemazione di III secolo, che si ritiene
pesantemente compromessa ad opera dell’esercito di Annibale, nel 217 a.C.
All’inizio del II secolo, il santuario venne ricostruito nelle forme in cui si
conserva oggi, apartire dal tempio piccolo (A): riprende lo schema dei templi
italici, costruiti su di un podio inquadrato in alto e in basso da cornici
modanate, con pronao ed unica cella. Negli ultimi decenni del secolo ebbe
inizio la realizzazione del complesso delteatro-tempio grande, frutto della
progettazione di un anonimo architetto che rielaborò in maniera originale
elementi della cultura ellenistica, mediandoli dall’ambiente campano e latino.
Il teatro ripropone il medesimo schema decorativo di quello diSarno e dell’odeion
di Pompei; la cavea è costituita da un riempimento artificiale di terreno
contenuto da strutture in opera poligonale: solo l’ima cavea è costruita in
pietra, mentre la summa cavea doveva essere attrezzata con gradinate mobili.Il
tempio grande (B) ripropone lo schema del tempio italico al quale si unisce la
caratteristica presenza di tre celle che alludono ad una triade di divinità
(non identificate), elemento certamente derivato dall’ambiente latino.
L’iscrizione sul fianco meridionaledel podio ne attribuisce in parte la
costruzione ad un personaggio storicamente noto, C. Statius Clarus, un sannita
che entrò poi a far parte del senato e partecipò alla vita pubblica romana. Il
tempio B venne frequentato per uno spazio di tempobrevissimo: dopo la guerra
sociale il culto fu soppresso e il santuario, abbandonato, venne assegnato con
tutte le sue pertinenze a privati di parte sillana. (Il testo riportato in
corsivo è stato tratto da un cartello informativo del luogo).
domenica 28 aprile 2013
Il sito archeologico di Pietrabbondante
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Molto interessante, e anche complimenti per le foto. Saluti!
RispondiEliminagrazie sei molto gentile
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