La neve si caricava sugli alberi, facendoli inchinare alla sua supremazia, appianando un calmo e maestoso sentiero che si vestiva di silenzio e pace. Ogni cosa si percepiva ovattata e dolce,come se fosse stata sentita per la prima volta. Riuscivo tuttavia a distinguere il suono dei singoli fiocchi, sembrava che crepitassero al contatto col mio viso. Valle Mara (o Valle Amara) era una zonamolto cara agli abitanti di Tornimparte, diversamente denominata su carta, saliva dalla zona di Vaccamorta fino sopra al Cerasolo. Bianco nel bianco del bianco di una monocromia che attutiva ognicosa, mi ricordava la suggestione di un sogno e una suite per violoncello. Il maltempo girava ovunque, lasciando la calma solo nei boschi. Qui la neve scendeva piano, posata, risparmiata dalvento e tranquilla. Solo più tardi gli spostamenti d’aria sarebbero giunti anche qui, ma adesso no, adesso ogni cosa era amorevolmente disposta su equilibri impercettibili e calibrati.Quei rami erano così carichi di neve da toccare terra, pareva che rendessero omaggio anche al nostro passaggio, così inchinati in nostra disposizione. Di volta in volta liberati trovavanonuovamente la loro estensione verso il cielo, la loro linea, la loro elevazione verso quella cava fonda celeste che nemmeno per un attimo ha smesso di far nevicare. Come era bella la neve, laguardavo dal basso venirmi incontro con il suo fare incerto, sembrava una danza, ed io ne ero partecipe; ero lì e la guardavo, assistendo ad uno dei miracoli più belli che Madre Natura potesse esprimere.
sabato 22 gennaio 2011
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