La notte è un grado di decodificare i sentimenti dell’infanzia, di rivangare la paura del buio assopita dalla crescita. Quel confronto così puro si veste di un oblio inconscio e inspiegabile, dovel’unica cosa da fare è quella di farsi accogliere. Ma non è facile liberarsi a tutto questo, siamo troppo costruiti di difese per riuscire ad intercettare subito questo canale così diretto.La sensibilità facilita la sua percezione, ma nonostante questo c’è sempre da raffinare. Eppure questo confronto è la cosa più naturale e antica del mondo: è un dialogo tra noi e l’infinito,tra noi e la nostra più materna dimensione ancestrale, tra noi e quell’antichissimo limbo contenitore di anime. Tra noi e la notte. L’altrove è quella dimensione. Tutto quello che non vediamo ci fa paura, perché si veste di un silenzio assordante aggregatoredi ombre. Bisogna accostarsi a tutto questo per definire meglio i nostri pensieri, per riconoscersi, per capire un po’ di più dove finisce la nostra anima e comincia l’Universo.
venerdì 28 gennaio 2011
La notte e l'altrove
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