[…] Il territorio
stiffano è diviso in due dalla vàllë rëmùzza, lungo la quale sale la mulattiera
che conduce a Fonteavignone. Il toponimo è
un composto di valle e di un secondo
termine che può essere interpretato come derivato di mozzà 'mozzare, tagliare',
con prefisso
intensivo re-. Il senso della designazione è, dunque, 'valle
tagliata e ritagliata', con riferimento al ceduo, cioè al taglio periodico
degli
alberi del bosco di Faggeto. […] Citazione tratta da http://asciatopo.xoom.it/ sito di Antonio Sciarretta, dove sono presenti moltissime altre informazioni sul territorio.
domenica 31 dicembre 2017
Il sentiero della Valle Remuzza tra Stiffe e Fonteavignone
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sabato 30 dicembre 2017
Le chiese montane di Sant'Eugenia e di San Giovanni a Sud dell'Altopiano di Navelli
Su entrambe le chiese di Sant’Eugenia e di San Giovanni, limitrofe a
Navelli, non sono riuscita a trovare informazioni storiche, prego
chiunque ne
abbia gentilmente di fornirne.
domenica 17 dicembre 2017
Tra la notte e la neve, lungo i sentieri da Monte Pettino alla Madonna Fore
Il Fosso della Murata custodiva le misteriose mura
megalitiche, che ritrovavo facilmente a distanza di anni nonostante il fitto
groviglio della
candore del loro legno si amplificava con la presenza della
neve che rivestiva tutta la parte alta della montagna, e rischiarava le ombre
della
sera. Tra Croce Cozza e Monte Pettino ammiravamo la bellezza del
tramonto, che tra la neve e le nubi evidenziava di rosso solo le pendici
di
Monte Calvo. Seguivamo tutto il sentiero di cresta della montagna, accompagnati
dalla neve che scendeva sempre più fitta, mentre sotto di
noi si accendevano
mano a mano tutte le luci della città dell’Aquila. La notte e il bosco ci
accoglievano lungo i sentirei della Madonna Fore.
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sabato 2 dicembre 2017
Nel Pozzo di Malequagliata
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domenica 19 novembre 2017
S. Maria del Parto dell'Antichissima Città di Sutri
Lungo la Cassia le
rocce tufacee custodivano al loro interno tombe e santuari etruschi, tra
queste, a Sutri, la preziosa chiesa ipogea dedicata
a Santa Maria del Parto
raccontava una storia lontana fino al culto di Mitra, dove il Toro, simbolo
delle energie telluriche, connetteva con
questo forte legame. La straordinaria
bellezza di un ambiente così unico ed inestimabile era accessibile a tutti così
come l’anfiteatro poco
distante, anch’esso scavato nel tufo. Quella pietra,
così duttile, aveva impressa su di sé la storia dei millenni, aveva assorbito
le energie degli
uomini e dei loro sacrifici, ed ora si dava al presente in
silenzio, anche se custodito, immersa nella bellezza dei muschi e delle
vegetazioni.
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sabato 18 novembre 2017
La Grava di Gasbarrone nel Bosco di Cerasolo
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domenica 12 novembre 2017
Monte Secine dalle Gole di Celano
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