Il mattino aveva una luce fredda che si disperdeva negli
accenni di nebbia che andava e veniva tra i boschi di Cerasolo. Quel magnificocomplesso carsico nascondeva tra i faggi moltissime doline e campi carreggiati,
dove i pozzi si aprivano improvvisamente tra la visionemorbida dei muschi e
delle foglie secche, rompendo la visione di quiete. Il candore delle cortecce
prendeva risalto dalle chiome spoglie,dove timide foglie rimanevano in bilico
prima di cadere. Sul ciglio sommitale di una dolina si apriva la Grava di
Gasbarrone, dove neglianni Settanta si erano infranti i sogni di molti
speleologi abruzzesi che speravano di trovarvi l’accesso per il sistema
sotterraneo. Quella bucasprofondava di una quarantina di metri verticali, ma
senza accenni di prosecuzione sul fondo. Il bosco custodiva gelosamente i suoi
ingressi,ovunque regnava la quiete e la bellezza della natura incontaminata,
custode di chissà quale e quanta meraviglia.
sabato 18 novembre 2017
La Grava di Gasbarrone nel Bosco di Cerasolo
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