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Anello della Duchessa, per la Valle di Fua, il Male Passo e il Vallone di Teve
Salivamo il
ripido Vallone di Fua, immergendoci in una piacevole dimensione d’ombra. Quella
forra selvaggia veniva attraversata
da un sentiero che accedeva ai prati
superiori, dove alcuni rifugi in pietra, nella località delle Caparnie,
venivano affidati
stagionalmente ai pastori di Santa Anatolia. Era da poco
iniziata l’estate, e i prati superiori esponevano al meglio le ultime
fioriture
rimaste. Il Lago della Duchessa si arricchiva della bellezza degli
armenti: mucche e cavalli vi trovavano il ristoro bivaccando sulle
rive,
lasciandosi riflettere assieme al cielo in quello specchio d’acqua. Il rumore dei
loro campanacci risuonava
nell'aria trovando una piacevole cassa di
risonanza in quella depressione. Alcuni ranuncoli in prossimità delle rive erano
stati
sommersi dall’abbondanza delle ultime precipitazioni, la loro bellezza
pareva bloccarsi nel tempo, mentre poco distanti
scorgevamo un gran numero di
tritoni crestati, indisturbati dalla nostra presenza. Procedevamo in direzione
del Male Passo, alla
ricerca di uno dei più bei punti di vista sul Monte Velino,
e mano a mano che avanzavamo vedevamo aprirsi sotto di noi anche la
maestosa grandiosità
del Vallone di Teve. Quell’enorme canale boscoso pareva sprofondare al cospetto
delle montagne che ne
tenevano il registro; sempre con tantissimo piacere distinguevo ancora al suo interno
il piccolo bosco di betulle che tanto avevo cercato.
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