mercoledì 9 aprile 2014

Il Castello d'Ocre

Il Castello d’Ocre si innalzava sulla sommità di Monte Circolo, ed era in grado di ammirare tutto il versante orientale della conca aquilana. Nel Basso Medioevo ebbe un ruolo militare diimportanza fondamentale per la difesa della città dell’Aquila, ma oltre a questo valore storico, ne rivelava un altro altrettanto importante dal punto di vista religioso: la tradizione narrava chenel 210 d.C. dalla cresta dove ora sorgeva veniva scaraventato San Massimo, che a seguito di questo martirio divenne uno dei futuri patroni della città dell’Aquila. La documentazione storicasulla presenza del castello annotava come prima data il 1178: Papa Alessandro III lo citava in una bolla papale come nota di possedimento del vescovo di Forcona. Successivamente vennecitato nel 1254 con il nome di Cassari Castro, in quanto fu preservato dalla distruzione stabilita per tutti i castelli che avevano fondato L’Aquila. Con la venuta di Carlo I d’Angiò passònel 1266 alla corte di Napoli, e nello stesso anno visse il saccheggiamento per mano degli Aquilani, che lo assediarono furibondi per la distruzione della loro città, voluta per mano deibaroni del circondario alleatisi con Manfredi. Tuttavia non venne completamente distrutto, la sua capitolazione avvenne nel 1423 per mano di Braccio da Montone, e fu uno degli assedi piùsanguinosi della storia d’Abruzzo. Nel corso del Cinquecento il ruolo militare del castello d’Ocre si perse completamente fino a diventare un semplice abitato, ma, con il passare del tempo,anche la sempre più esigua popolazione finì per abbandonare completamente il borgo fortificato. Molti testi lo indicavano come castello-recinto, grazie alle sue possenti mura che ne seguivanotutto il perimetro esterno, ma in realtà quello di Ocre era un perfetto esempio di borgo murato: al suo interno vi era addirittura la presenza di una chiesa, San Salvatore intercastrum Ocre, da cui era stato “strappato” un bellissimo affresco raffigurante una Madonna con Bambino, posta tra San Nicola e Santa Caterina d’Alessandria, oggi custodito al MuseoNazionale d’Abruzzo a L'Aquila, databile alla metà del XII secolo. L’ultimo terremoto aveva devastato ulteriormente le mura del castello d’Ocre, già a suo tempo inagibili, aprendo varchi efacendo crollare le poche volte rimaste, tra cui anche la porta ogivale duecentesca che fungeva da ingresso. I quattro assi viari si vestivano della desolazione di un inesorabile declino, mentreornielli, roverelle ed altri arbusti si apprestavano ad essere le uniche presenze in vita tra quei miserabili sassi.

2 commenti:

  1. Quanti "città perdute" ci fai scoprire Sara! Luoghi di grande fascino e suggestione.

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  2. Grazie, spero tanto che tutti questi luoghi vengano un giorno valorizzati dalle istituzioni per come giustamente meritano

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