Erice
guardava a 360° sia il mare che l’entroterra siciliano, così custodita sul
rilievo di Monte San Giuliano. La sua storia raccontava testimonianze di
antiche civiltà, mischiate non soloall’archeologia ma anche al mito di
divinità importanti legate al culto della fecondità e dell’amore. In principio
furono gli Elimi ad edificarne un tempio, di seguito vennero i Fenici con la
loro Tanit,i Greci con Afrodite, ed i Romani con la Venere Ericina, come se il
territorio stesso fosse per eccellenza ispiratore di tutte le derivazioni della
bellezza e dell’amore. Sorta nell’VIII secolo a.C.la città di Erice si cingeva
di mura megalitiche, portava lo splendore del Castello di Venere del periodo
normanno, e il Duomo alleggerito da forme gotiche trecentesche. Una fitta rete
divicoli tesseva l’antico paese rivestito di pietra: il medioevo teneva fede
alle sue forme rigorose, così belle e remote, suggerendo il sapore della vita
di un tempo. Da lassù la vista spaziava siasull’entroterra di Trapani che sulla
costa di San Vito lo Capo: vedevamo davanti a noi le Isole Egadi, la nostra
prossima destinazione, intervallate dal mare e dalla pacata rifrangenza delle
saline.
domenica 1 settembre 2013
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