La
Meta teneva la testa di tutto il gruppo delle Mainarde, segnando il triplice
confine tra Abruzzo, Lazio e Molise. Ilversante laziale trovava il varco di
accesso a seguito del paese Picinisco: una lunga strada ricca di tornanti a
gomito saliva indirezione della montagna, mostrando in ripida progressione la
bellezza della Ciociaria. Ai confini del Parco Nazionale d’Abruzzo,Lazio e
Molise trovavamo l’essenza della sua natura selvaggia, il sentiero, dapprima
nel bosco, si schiariva nelle alture superiori,aperte e sassose, stemperate
dal candore delle pietra. Le vallate si amplificavano mostrando scorci severi,
spogli e impervi, in unsusseguirsi di doline che ne movimentavano la
superficie. Monte La Meta si innalzava dal Passo dei Monaci con la sua maestosapredominanza, e rivelava su di sé branchi indisturbati di camosci. Sulla linea
di cresta lo sguardo si apriva anche sul versanteabruzzese, lasciando scoprire
la Val Pagana e i Biscurri, dove erano ancora percepibili i resti di un antico
Blockhaus, un fortinoin pietra utilizzato nell’Ottocento dai soldati piemontesi
nella lotta contro brigantaggio abruzzese, secondo d’importanza solo aquello
della Majella. Lo sguardo si apriva sulla riserva integrale di Monte Petroso,
in un gioco di chiaroscuro di nuvole talmentebello da metterlo in risalto,
così come con tutte le altre montagne del Parco.
sabato 21 settembre 2013
Monte La Meta da Picinisco
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