Il
fiume Lavino si muoveva nel suo letto animato dalle tante polle sorgive. Le sue
tonalità turchesi si sbiancavano nel candore nei solfati, donando alla vista un
meraviglioso contrasto con la vegetazione circostante. L’acqua si muoveva
lentamentecontornata di ranuncoli ed ortiche, da rive di terra battuta e polverosa,
pioppi, salici e piante di robinia. Uno snodo di sentieri comunicanti sfruttava
piccoli ponti e passaggi sospesi, più ci inoltravamo in profondità e più ogni
cosa pareva inselvatichirsi.Ritrovavo le farfalle di Fegea, le falene nere che
appartenevano alla mia infanzia, riposavano adagiate sulle foglie indisturbate,
come se non conoscessero l’istinto di sopravvivenza, mentre il profumo dolce
dei fiori di acacia impreziosiva la percezione ditutti quei colori. L’area protetta del Parco del Lavino prende
il nome dall’elemento naturalistico che lo caratterizza, ovvero le acque
sulfuree del fiume omonimo in cui sono presenti solfati disciolti che danno la
tipica e suggestiva colorazione azzurro-turchese ai laghetti, alle polle
sorgive e ai ruscelli. Il corso d’acqua ha origine nel Vallone di Santo Spirito
sul versante Nord – Nord – Ovest del massiccio montuoso della Majella;
attraverso il Vallone di San Bartolomeo e il Fosso Cesano; a valledi
Roccamorice, il torrente diventa Fiume Lavino; dopo pochi chilometri, all’altezza
di Scafa, si versa nelle copiose acque del Pescara. Ad incrementare inoltre la
sua portata contribuiscono le acque del complesso di risorgente sulfuree,
situate in localitàDe Contra. Nel 1987, con la legge n. 25, la Regione Abruzzo
ha istituito il Parco delle sorgenti sulfuree del Lavino. (Notizie tratte
da un cartello informativo del luogo).
lunedì 3 giugno 2013
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Che bello! Questo colore turquesa che assumono l´acque di alcuni fiumi e laghi, è mozzafiato. Mi è piaciuto molto il tour, come sempre Sara. Grande abbraccio!
RispondiEliminaGrazie, sei sempre molto gentile
RispondiElimina