La pioggia
scendeva abbondantemente sulla faggeta di Pescasseroli, senza mai smettere per
tutto il tragitto fino a Villavallelonga. Ilbosco si animava del rumore del
suo scroscio d’acqua e ci isolava tutti nei nostri pensieri. Salivamo su di un
letto di foglie morbide,dove un folto strato ne addolciva il percorso fangoso,
mentre mano a mano si evidenziavano i colori dell’autunno, attraverso lepoche
foglie rimaste attaccate ai rami che filtravano la luce. La foresta vetusta si
lasciava scoprire a tratti con i suoi faggisecolari, la loro dimensione imponente
pareva volesse proteggerci dalle precipitazioni del cielo e i malumori del
mondo:dentro la foresta tutte le negatività rimanevano fuori, solo l’energia
della terra aveva una comunicazione diretta. Seguivamoil letto pietroso dei
fossi, che così bianchi si stagliavano sulla natura circostante come fiumi di
roccia, mentre la bruma dinovembre filtrava tra gli aceri e i faggi,
sacralizzando la foresta in una percezione misteriosa. L’autunno al Parco
Nazionaled’Abruzzo Lazio e Molise era bellissimo anche così, tra la pioggia
battente e ininterrotta e il fango ricoperto dalle foglie cadute.
domenica 4 novembre 2012
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