Monte Calvo viveva
l’autunno, a differenza di qualche giorno fa precocemente rivestito di neve. Tutti
quei colori sottolineavano la magia della montagna: tra i contrasti animati dei
rossi e laleggerezza dei gialli, ripensavo alla leggenda di monte Calvo letta
nelle Montagne della Luna. Nel secolo
scorso, il piccolo laghetto sottostante la cima era la dimora di una bellissima
fata,sopravvissuta agli occhi di un allora pastore-bambino. Gli anni erano
passati ma le parole trasmesse continuavano a vivere ancora negli occhi di chi guardava. La luce del pomeriggio sicurvava sulle montagne accarezzandole con le note precedenti al tramonto, dando
ulteriore intensità ai colori già caldi dell’autunno. Quel piccolo lago era ciò
che rimaneva di un grossobacino d’acqua, che secondo la leggenda si estendeva
fino alla cima di monte Calvo. Le ombre della sera cominciavano a movimentare
di chiaroscuro le coste della montagna, vestendo difreddo tutto quello che si
nascondeva alla luce. Dalla cima osservavo il dirupo esposto a Nord, vedevo
bene fonte Bregna e ripensavo ancora alla leggenda. I colori continuavano a
verterenelle soffuse intenzioni del tramonto, ed ogni favola pareva animarsi
sotto il suo spettro. Alcune nuvole giocavano a sfilacciarsi sul profilo del
Gran Sasso; con l’allungarsi delle ombrela terra si preparava al riposo, le
mucche e i cavalli si erano già allontanati per prepararsi alla notte, mentre
il silenzio scivolava dietro i nostri passi e si preparavano anche i sogni.
sabato 10 novembre 2012
Monte Calvo dal Ponte Radio
Etichette:
laghetto di monte calvo,
monte calvo,
ponte radio
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Grazie, Sara. Sono molto felice di quello che hai scritto, non tanto perchè hai citato la leggenda di monte Calvo, a me tanto cara, ma soprattutto perchè hai dimostrato che c'è ancora chi sa guardare lo splendore della natura con gli occhi di un bimbo, meravigliandosi di un tramonto o delle nubi che sfilacciandosi tra le creste, corrono sui monti, sui mari, sui deserti, raccontando le più belle fiabe, comprensibili solo a chi ha orecchi per udirle.
RispondiEliminaGrazie a te Paolo, come già sai e già ti ho scritto nutro una profonda stima nei tuoi confronti. I tuoi racconti mi hanno sempre fatto riflettere tanto, abbiamo modi molto simili di percepire il creato e questo mi consola. Spero tanto un giorno di essere pronta ad affrontare i deserti nel modo in cui fai tu, per ora mi godo le nostre montagne, sempre meravigliose e diverse ogni istante.
RispondiEliminaFinchè ci sarai tu a salire su monte calvo, la Fata del Lago continuerà a vivere, insieme allo Stregone, al Re Serpente e ai folletti del bosco. Quando da vecchia non potrai più salire lassù, trova qualcun altro che continui a dare la vita agli abitanti del monte....
RispondiEliminaquesto è un bel pensiero..
RispondiElimina