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Una giornata intensa tra Campo Imperatore e Campo Felice: Pietrattina e Colle del Nibbio
La luminosità del giorno si amplificava del riverbero della neve, che così rasa dal vento si presentava come uno specchio al sole.
La pista da fondo di Pietrattina estendeva il suo anello anche oltre Colle San Francesco: avevano battuto la pista in occasione di
alcune gare per giovani sciatori fondisti, e le loro voci si udivano anche da lontano, echi spensierati che davano vita alla montagna.
Quella luminosità raccoglieva i pensieri e distendeva la mente, non una nuvola oscurava gli orizzonti, tutto passava così come
scorrevano le ore, senza mai perdersi: i colori giravano lungo lo spettro del tramonto, fino a flettersi semplicemente su altre
sfumature. La notte avrebbe portato la luna piena, così decidevamo di andarla a percorrere a Campo Felice, alla ricerca
anche di un’altra luminosità. I gatti delle neve compivano gli ultimi giri, animando il sottofondo d’inquietudine. Salivamo la
Volpe e scendevamo la Sagittario, mentre la luna accendeva visuali lontanissime. Quella luce rischiarata e gentile faceva fede
al sole e ne imitava il modello, rischiarava le montagne ed indicava i paesi lontani, così raccolti ed intimi lungo gli
infossamenti del buio. Mano mano che salivamo la temperatura aumentava sotto i calcoli dell’inversione termica, ma quella
quiete temperata a malapena bastava a distendermi, la giornata era stata intensa ed io mi ero stancata. Dietro la montagna alcune
nuvole cominciavano a disegnarsi in riccioli di tramontana, il tempo a distanza di qualche ora sarebbe cambiato, ma noi
andavamo via, a seguire finalmente il naturale corso della notte.
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