sabato 19 marzo 2011

La Luna Gigante sopra Campo Felice

I telegiornali e i media ci parlavano della Luna gigante, che finalmente dopo circa vent’anni sarebbe sorta di nuovo sulle nostre teste, addirittura con la straordinaria coincidenza di essere anche piena. Non potevamo non andare a vederla stanotte, eratroppo importante questo appuntamento, che come un punto fermo si fissava sulle nostre vite. Ho sempre pensato a come le storie di tantissime vite, per quanto possano essere diverse e lontanissime tra loro, per un attimo si trovino tutte a condividerelo stesso momento e la stessa emozione, sotto il passaggio di straordinari eventi naturali. Non importava se fosse o no il perigeo più marcato degli ultimi vent’anni, quello che contava era il suo pretesto, la sua bellezza, la sua pienezza incontrastata ingrado di marcare bene le nostre ombre sulla terra – o meglio – sulla neve, perché non poteva esserci nulla di più bello che andare a sciare sotto il suo bagliore. Le nuvole si frapponevano alla sua bellezza, quasi scongiurando le nostre intenzioni, mavolevamo comunque provare a cercarla, in un tentativo fortunato che in qualsiasi modo ci avrebbe reso felici. In fondo non importava se riuscivamo o no effettivamente a vederla, perché comunque noi eravamo lì per lei, e sapevamo bene cheanche lei era lì per noi: nessuna nuvola poteva frapporsi di fronte a questa consapevolezza, perché in ogni modo l’avremo vista con il cuore. Il Cielo si era aperto sul filo di questi pensieri mostrandoci la Luna, sorprendendoci come se avesseeffettivamente ascoltato i nostri desideri. E anche se era tutto frutto di una coincidenza fortunata, a me piaceva interpretarla come la risposta ad un sogno.

5 commenti:

  1. L’altro giorno in molti mi hanno scritto per sapere se potevano venire ad osservare la luna piena con i miei telescopi. Ho detto loro che il momento peggiore per osservare la luna è proprio nella fase di luna piena perché il sole cade perpendicolarmente alla superficie e quindi non si formano ombre. La mancanza di ombra determina una totale assenza di rilievo e quindi tutto appare piatto,senza particolari. “Allora” mi hanno detto” è inutile osservarla”. Ma la natura ha dato alla luna un’altra e ben più alta ragione per osservarla durante il plenilunio. Ha fatto si che l’esperienza notturna si trasformi in un’esperienza intima. Siamo insieme all’astro a cui si inchinano le maree, a cui i lupi ululano, sotto cui si baciano gli amanti. E’ lei che nel deserto è dolce e riposante, che indica la strada ed è propizia per il viaggio. E’ la luce che illumina i viandanti notturni, che permette agli impavidi sciatori di tracciare i loro disegni nella tavolozza delle nevi immacolate. E’ lei che assiste ai sabba demoniaci dove ballano le streghe della nostra infanzia. Sotto la sua luce, nel momento in cui la guardiamo, migliaia di foche stanno nascendo grazie alla prodigalità naturale che regola il concepimento. Non è solo un’astro senza atmosfera è la meta degli antenati degli induisti ed è la rappresentazione della pluricità di shiva, distruttore e rinnovatore

    “Quale ne’ pleniluni sereni
    Trivia ride tra le ninfe etterne
    Che dipingono lo ciel per tutti i seni”
    (Dante, paradiso, Canto XXIII)

    Non è un’astro senza vita, è la trivia Ecate che popola ogni incrocio e che rassicurava il viaggiatore. E colei che regola la fertilità femminile e permette la vita, è la madre cosmica degli antichi, da cui tutto deriva, anche dei “lunatici” avventurieri della montagna, dei deserti o più pericolosamente del proprio incoscio. E’ lei che durante le eclissi ingoia il sole, ma che la terra non può annullarla, è il ventre gonfio di vita che emana energia vivificatrice ed è custode dei nostri sogni di fanciulli. E’lei che ha cullato i miei bivacchi solitari tra i ghiacci eterni e le sabbie roventi.
    “Non si può osservare con il telescopio la luna piena, si vedrebbe solo un morto corpo di fredde pietre che fluttua nello spazio, ma non si vedrebbe la LUNA”
    ciao

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  2. " Lascio Sisifo ai piedi della montagna! Si ritrova sempre il proprio fardello. Ma Sisifo insegna la fedeltà superiore che nega gli dèi e solleva i macigni. Anch'egli giudica che tutto sia bene. Questo universo, ormai senza padrone, non gli appare sterile né futile. Ogni granello di quella pietra, ogni bagliore minerale di quella montagna, ammantata di notte, formano, da soli, un mondo. Anche la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo. Bisogna immaginare Sisifo felice. "

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  3. La luna rimarrà la luna
    E ci saranno sempre
    Giovani che di sera
    Al suo lume appartati
    Si sorprenderanno
    a dire le parole felici.
    Anche se troppi
    I satelliti artificiali
    Non riusciranno mai
    con le loro indiscrete apparizioni
    a disturbarne l’incanto antico................

    ALMENO E' UNA SPERANZA CHE LE LUCI ARTIFICIALI NON ABBAGLINO GLI OCCHI DEGLI AMANTI.......

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