La Majella rinnovava la bellezza dei suoi pendii, con lo sguardo che le correva lungo i profili verticali. Le rave innevate la cingevano con tanto amore, nel bianco candore dei suoi canali. La osservavo da lontano, nei momenti dell’avvicinamento.Volevamo salire su Monte Rapina, alla ricerca di uno dei pendii scialpinistici più semplici di tutta la Majella. La consistenza della neve veniva incontro alla mia disposizione, finalmente ne conoscevo una nuova tipologia, la più bella di tutte, quella chedopo consistenze crostose, ghiacciate, ventate e pesanti, si mostrava nella sua veste più bella: finalmente conoscevo il firn. Firn (dal tedesco Firn) è il nome che viene dato a un particolare tipo di neve. È parzialmente neve compattata, un tipo di neveche è stata lasciata dalle passate stagioni ed è stata ricristallizzata in una struttura più densa. Si tratta di ghiaccio che si trova in una fase intermedia tra la neve granulare ed il ghiaccio glaciale. Il Firn ha l'aspetto di zucchero bagnato, conuna durezza che lo rende estremamente resistente. Esso generalmente ha una densità superiore a 550 kg / m³ e si trova spesso sotto le nevi che si accumulano a capo di un ghiacciaio. La sua origine è data dalla compressione dei fiocchi di neve sottoil peso del sovrastante manto nevoso. I singoli cristalli in prossimità del punto di fusione sono semiliquidi e lisci, consentendo loro di scorrere lungo altri piani di cristalli e riempire gli spazi tra loro, aumentando la densità del ghiaccio.Quando i cristalli si legano insieme, spremono l'aria tra di essi e vanno verso la superficie in forma di bollicine. Nei mesi estivi, la metamorfosi dei cristalli può verificarsi più rapidamente a causa della percolazione di acqua tra di essi. Entro la fine dell'estate ilrisultato è chiamato Firn. L'altitudine minima a cui il Firn si accumula in montagna è chiamata il "limite di Firn", linea del Firn o snowline (cioè "linea delle nevi perenni"). (Articolo tratto da Wikipedia, fonte). La bellezza di questo tipo di neve stava nelsuo sostegno e nella sua facilità, persino io che avevo iniziato a sciare da poco riuscivo a rilassarmi senza problemi, finalmente la neve mi rispondeva, a differenza delle superfici ventate e ghiacciate. Finalmente riuscivo a trovare dall’inizio alla fine una consistenza meravigliosa ed omogenea.
venerdì 25 marzo 2011
Monte Rapina da San Nicolao di Caramanico
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...tesò, ma tu n'te firm mai?
RispondiEliminaTanti anni fa lavorai a caramanico per tre anni.Tutti i giorni facevo allenamento salendo di corsa su Pescofalcone o su m.Amaro salendo lama bianca. Un giorno, sulla Rapina, vicino al boschetto incontri un vecchio pastore. Mi fermai e mi raccontò della sua vita. Da giovane faceva il passtore. Abbandonò la montagna, vendette le pecore ed emigrò in svizzera, per migliorare la sua misera vita. Dormiva in una bassa casupola, nella zona nord della svizzera, in pianura. Il lavoro era soddisfacente, guadagnava anche bene, stava al caldo e si poteva permettere occasionalmente anche qualche distrazione. Ma non era felice. "Mi affacciavo alla finestra, al mattino, e vedevo solo nebbia e pianura" mi raccontò quasi con commozione "..solo pianura, non si vedeva la Majella mè. Appena aprivo gli occhi, ancora assonnato, credevo di stare a casa, ma poi mi affacciavo e non vedevo la Majella mè...Poi non ce l'ho fatta più. Ho preso i soldi che mi ero guadagnati, ho comperato tante pecore e sono tornato alla Majella mè. Ora sono contento, mi prendo nu pezzo de cace, na' buttejia e vine e vajo alla Majella " Ho letto molti romanzi, poesie, ho visto film, ho assistito a rappresentazioni teatrali, ma quell'episodio mi colpì perchè in quelle rudi parole pronunciate tra le nubi della rapina,c'era tanta poesia, c'era l'amore profondo per una terra ingrata, ma che gli riempiva il cuore.
RispondiEliminaPuro e vero amore.. Solo pensare a come possa essere viscerale il rapporto con la propria terra mi emoziona molto. La Majella poi ha già di suo un'energia intensa e particolare, che pare che trasudi proprio dalla terra. Se i Santi poi l'hanno scelta a dimora ci sarà pure un perchè, figuriamoci l'apparteneza di un indigeno del posto!
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