I bianchi volumi dei Piani di Pezza stamane si vestivano di una innocenza esaltata: quella neve era il velo di una sposa, così virtuosa ed illibata pareva possedere una sensibilità di altri tempi.Lo sguardo percorreva malinconico ogni suo punto di fuga, scivolando via lungo tutta la piana, fino a sollevarsi sulle sue montagne. Ogni rilievo la cingeva a protezione e con un abbracciomaterno le riversava dentro una quiete immacolata. Ero molto triste a contemplarla ora, così indifesa alla recente mira dell’uomo. Vogliono far parlare all’Abruzzo una lingua che nonconosce, vogliono trasformare tutto questo in un’industria del turismo. Secondo questo articolo è stato approvato un progetto di riqualificazione del territorio, sfruttando in maniera ipocrital’eco di risonanza della catastrofe del terremoto. Ma per collegare Ovindoli con Campo Felice dovranno per forza “macinare” i Piani di Pezza. La ricchezza dell’Abruzzo sta nella sua Natura selvaggia enon antropizzata, nella sua storia millenaria, nel suo mistero antico e salvaguardato dalla diffidenza della gente. Questo è un paese che discende dai pastori, dove la gente ha un carattere durocome la pietra di Corno Piccolo, che da sempre è diffidente e ostile a qualsiasi cosa sconosciuta. Come possono pensare di promuovere qui una cosa simile? Ogni volta che ci hanno provatohanno miseramente fallito, lasciando sulla terra d’Abruzzo solo cadaveri di cemento e ferri arrugginiti. Potrei fare un’infinità di esempi, ma non voglio amareggiarmi oltre. Ci sono moltestrutture degradate qui da recuperare e ripristinare, perché l’attenzione non si sofferma su quelle? Si spenderebbero molti meno soldi e si salvaguarderebbe molto di più l’ambiente. Hotrovato un articolo molto interessante a riguardo che merita di essere letto.
mercoledì 9 marzo 2011
I Piani di Pezza
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