domenica 19 settembre 2010

Bosco di San Gerbone dalla Fonte d'Amore


Il bosco di settembre focalizza un punto di vista due passi dietro a noi: è un qualcosa che non so definire bene, fatto di una lieve nostalgia appena passata. Come l’estate appena trascorsa che tiene la terra ancora un po’ calda, così è questo punto di vista, senza dubbio vivo nel suo ricordo più prossimo, mainevitabilmente appena trascorso. Forse è proprio questa la dimensione del ricordo più dolce. L’attimo subito dopo il distacco. Andando oltre tutto passa e molte cose si dimenticano, si perdono per sempre in un oblio profondo e buio in grado di ingoiare tutto. È per questo che il passato e il futuro non devono confonderci: il presente è l’unica condizione possibile per le anime sensibili. Altrimenti sarebbe la fine. Il Bosco di San Gerbone è una foresta demaniale della Comunità Montana del Tronto, nel cuore dei Monti della Laga. Considerate le previsioni del meteo che stabilivano pioggia ovunque, oggi solo in un bosco potevamo andare, e di questo ne avevamo sentito parlare molto bene. A dare vita alla Fonte d’Amore c’era il Rio Castellano che, seguendo il suo corso, animava quel luogo così meraviglioso definito dalle felci e dai gelsi. Il sentiero costeggiava faggi, pietre d’arenaria e, di tanto in tanto, anche qualche cascata. La pioggia dava un’altra veste al bosco: svegliava una natura rinnovata dall’acqua, e solo grazie alla sua abbondanza ci ha dato la possibilità di assistere ad un incontro altrimenti impossibile: quello con le salamandre. Erano bellissime, gialle e nere, ci attraversavano la strada con la loro andatura oscillante. Aristotele le identificava come animali del fuoco, in realtà appartengono solo all’acqua e alla notte. In silenzio abbiamo aspettato che passassero, senza toccarle e disturbarle. L’aria profumava di sottobosco, ci entrava dentro i polmoni e si distribuiva ovunque dentro di noi, facendoci sentire parte di quel tutto che ci apprestavamo ad attraversare. Bagnati dalla pioggia, che ci accompagnava fin dall’inizio, abbiamo raggiunto la Casermetta di San Gerbone, dove oltre ad un rifugio della Forestale c’era una tettoia aperta dotata di camino, un riparo ordinato che lasciava trasparire la cura e l’amore con cui veniva tenuto. Non potevamo che rivolgere il massimo rispetto ad un posto così bello. Rifugiati sotto la tettoia ci siamo congedati dalla pioggia, accendendo un piccolo fuoco per asciugarci. È stato un momento bellissimo, tutti e quattro davanti al camino, investiti da un calore piacevole che ci assorbiva, mentre a pochi metri da noi prendeva corpo il temporale. Non so quanto tempo siamo stati così. Cessata la pioggia, la Natura si riscopriva nitida fino in lontananza. Ripreso il sentiero, il percorso ad anello scendeva aspramente nel bosco, in una traccia instabile e fangosa che ha riattivato fin da subito la nostra attenzione assopita dal fuoco. Un altro schiaffo ce l’ha dato di seguito un ulteriore temporale che, nell’ultimo tratto, non ci ha concesso minimamente tregua. Dati del GPS: 16,5 km percorsi; 739 metri di dislivello in salita; 4h 41' di ore effettive di cammino.

2 commenti:

  1. Cara Sara a camminare capita,io e Chiara nel Chianti fummo sorpresi da un temporale, 10 km sotto il diluvio, arrivati alla macchina non avevamo niente per cambiarsi, ci siamo quasi spogliati e coperto le parti intime e siamo partiti, a Poggibonzi ci hanno fermato i carabinieri, hanno dato un occhiata e ci hanno fatto cenno di andare,due anziani seminudi avranno detto che schifo...........

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  2. chissà che avranno pensato! immagino quante risate vi siete fatti! :-)

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