giovedì 9 settembre 2010

Parco Villa Gregoriana di Tivoli, il Fiume Aniene e la Valle dell'Inferno


Il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano – è stato fondato nel 1975 con lo scopo di tutelare e salvaguardare il patrimonio naturale e artistico del nostro bellissimo paese (link). Uno dei Beni tutelato da questa rispettabilissima associazione è la Villa Gregoriana a Tivoli. Questo parco bellissimo prende il nome da Papa Gregorio XVI, che nel 1835 destinò al pubblico la fruizione di questo posto meraviglioso. Nel secolo successivo, purtroppo, seguì un lungo periodo di degrado a causa dell’abbandono del luogo, ma fortunatamente il FAI è intervenuto, negli ultimi anni, a tutela e salvaguardia di questo sito, compiendo un recupero a mio giudizio eccellente. Il Parco della Villa Gregoriana è nato di conseguenza alla deviazione dell’Aniene, fiume che nasce dai monti Simbruini. Questa operazione, necessaria ai fini della sicurezza, ha dato alla luce ad un luogo suggestivo fatto di cascate, boschi, grotte e testimonianze archeologiche. Alcuni affacci sulla grande cascata danno la possibilità di ammirarne la bellezza e di intuire l’ingente opera d’ingegneria idraulica fatta a riguardo: con un salto di 105 metri verso la Valle di Truglia è stato rettificato il corso del fiume, risparmiando così alla città le sue rovinose piene. Il sentiero turistico passa per i resti della Villa di Manlio Vospico, e si direziona mano mano verso la Valle dell’Inferno. I ruderi della Villa sono databili tra la fine del I sec. a.C. La tecnica costruttiva usata è costituita da opus incertum di calcare, tipica dell’era repubblicana. I ruderi attualmente visibili erano sottostanti alla residenza. Il primo ambiente interno era adibito a vivarium e comunicava con la parte superiore; il grande ambiente centrale era probabilmente adibito a piscina per l’allevamento ittico, utilizzando l’acqua convogliata dall’acquedotto proveniente dal canale artificiale della Stipa. I vari belvedere si affacciano ovunque concedendo ai visitatori molteplici pause, una cosa che mi è piaciuta molto è che ogni panchina e ogni albero sono dedicati alla memoria di qualcuno, un amico, un parente, un amore. La parte visitabile più bassa della Villa si insinua nella Grotta delle Sirene, lì l’acqua scroscia e si arrotola in un turbine dinamico, seguendo vie impensabili tra meandri bui e insidiosi, èqui che ho compreso il senso dell’Orrido e Sublime, pensavo a Medusa e a Jean Clair, solo dopo ho accostato questa immagine alle letture sottovoce. L’altra grotta importante è quella di Nettuno, che si raggiunge passando per il Cunicolo del Miollis, un intervento di costruzione del paesaggio romantico ottocentesco che si addentra nella roccia viva attraverso un traforo finestrato. L’energia di questi luoghi è superba, rimane inalterata sebbene il contesto sia molto turistico. A concludere la bellezza del percorso sono i Templi di Vesta e della decima Sibilla, posizionate sovrastanti la Valle dell’Inferno. Per qualsiasi informazione c’è il sito web del Parco Villa Gregoriana, dettagliato e con tutte le indicazioni possibili.

2 commenti:

  1. L'Ho visto solo in televisione bellissimo, dal vivo deve essere un'altra cosa.
    La nomina della valle dell'inferno per orridi e posti che in antchità evocava paura. Ora è,e ne conosco diverse,una nelle Apuane, una nell'appennino settentrionale alCerreto,l'infernaccio ai Sibillini, sono posti da favola, forse gli unici posti insieme ai calanchi argillosi dove l'uomo non ha modificacato niente.saluti

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  2. Anche dalle mie parti ci sono diverse valli dell'inferno... eppure per me sono tutti dei paradisi! Solo pensando al Gran Sasso me ne vengono in mente subito due, ma ce ne sono molte altre. Tutto quello che è inaccessibile è meraviglioso, E' SACRO, come potrebbe mai essere terribile??? :-)
    Ciao Maresco!!

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