sabato 26 dicembre 2009

Dall'Anfiteatro di Amiterno a Monte Rua


Oggi abbiamo ripiegato su di un sentiero semplice reso però difficile da noi. Di solito quando propongo Monte Rua quasi mi sputano addosso, perchè in sé per sé non ha nulla di esaltante, ma: la neve s'è squagliata tutta (e siamo tutti depressi perchè non si può andare a sciare), il tempo è una schifezza perchè può piovere da un momento all'altro, e il cenone di Natale è ancora in fase di digestione. Quindi tutti d'accordo.
Volevo tanto andarci perchè, assieme a Monte Calvo, lo vedo bene dalla finestra della mia camera da letto.
Lasciata l'auto nel piccolo parcheggio dell'anfiteatro (670 m) siamo salite a piedi in direzione di Pozza. Dal centro del piccolo paese, superata la chiesa, comincia il sentiero segnato sulla carta.
Tutto il percorso era una pozza di fango continua. L'impegno non era tanto nella salita, ma nell'attenzione a non scivolare.
Non essendoci segni, continuiamo sempre sulla carrareccia. Superato un rifugio (906 m) continuiamo a percorrerla, giungendo su di una piccola altura che scopriva, ruotando da sinistra verso destra, i paesi di Basanello, Teora, Colli, Barete, Pizzoli, Marruci e Arischia. Il nostro errore è stato quello di prendere di petto la montagna nel momento sbagliato.
E infatti, salito un bel pezzo, abbastanza ripido, a poco dalla piccola vetta (1235 m), il nostro passaggio è stato bloccato da un bosco fittissimo che non ci permetteva di penetrare in alcun modo. E pensare che da sotto mica sembrava così, anzi. Decidiamo di scendere giù, tornare indietro, per poi risalire nel punto indicato dalla carta, in modo da non sbagliare di nuovo, sottovalutando il sentiero. Attraversiamo un altro bosco, bellissimo, di castagni, detto appunto Castagnola. C'erano alcune piante plurisecolari in quel silenzio, e i frutti ancora a terra. E' strano il bosco di fine dicembre. I colori carichi dell'autunno sono ormai sbiaditi, quello che ne rimane è una vibrazione afona che aspetta di smorzarsi con la neve. Giunte nei pressi del rifugio decidiamo, però, di tornare a casa e di rinunciare alla cima. La colpa è sempre la sua: della pioggia.

2 commenti:

  1. Capita anche me di sottovalutare la difficoltà; ciò che oggi è facile potrebbe non esserlo domani, eppure reitero spesso l'errore. :-/

    Hey, per uscire con quel tempo, sei proprio determinata! Complimenti. :-)

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  2. reiteriamo. io mi drogo con l'ossigeno, ormai ho capito che è questo che mi fa stare bene
    :-) spesso a frenarmi è chi mi accompagna, che avendo esperienza sa dove e se il caso di andare. io rispetto sempre le loro decisioni... quindi il mio sbaraglio è contenuto :-) ma necessario! come si può si va. i complimenti detti da te mi lusingano ;-) grazie!

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